Manovra 2021. In gioco l’anno bianco contributivo per partite Iva e Superbonus per il 2022

Pubblicato il 15 dicembre 2020

Si fa strada, nei lavori per arrivare a definire la legge di Bilancio 2021, l’ipotesi di un “anno bianco” contributivo per le partite Iva. In discussione anche l’ampliamento del Superbonus del 110%.

Manovra 2021: anno bianco contributivo per partite Iva

Sembra esserci forte convergenza tra maggioranza e opposizione sull’intesa per caricare sullo Stato un anno di contributi previdenziali per i lavoratori autonomi con partita Iva, con reddito fino a 50 mila euro e calo del fatturato del 33% durante il lockdown.

Dunque, se la misura sarà approvata, per il 2021 lo Stato si farà carico dei contributi dovuti da autonomi e partite Iva, alle condizioni suddette.

Tale aiuto dovrebbe affiancare un’altra norma che introduce un ammortizzatore sociale per gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps (c.d. Iscro”). Si tratta dell’Indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa, a favore dei professionisti lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata Inps che hanno subito una riduzione del reddito pari o superiore al 50% della media dei redditi realizzati nei tre anni precedenti la presentazione della richiesta di aiuto e, in ogni caso, sempre che il reddito dichiarato risulti inferiore a una soglia di 8.145 euro.

Manovra 2021. Allungamento del Superbonus 110%

C’è accordo per prolungare lo sgravio fiscale per gli interventi di miglioramento energetico e antisismico degli immobili ma il punto è la sua durata: per ora è certo che sarà in vigore per tutto il 2021 anche se molti premono per arrivare a tutto il 2022.

Il nodo sono le risorse, ma sembra che con il piano di Recovery si possa raggiungere l‘obiettivo voluto.

Nell’ambito dell’agevolazione del Superbonus 110% si evidenzia un emendamento alla legge di conversione del Decreto Ristori (n. 137/2020) che introduce l'obbligo di equo compenso per i professionisti che operano come consulenti nell’accesso al beneficio, in casi particolari.

Secondo l’emendamento, sarebbero obbligati a rispettare i parametri dell’equo compenso “i soggetti destinatari della cessione dell’agevolazione fiscale, ivi compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari”, per le prestazioni rese dai professionisti nei rapporti con i clienti diversi dai consumatori. In sostanza, i professionisti, soprattutto quelli tecnici, sarebbero tutelati nei confronti dei general contractor.

A vigilare sul rispetto di questi obblighi sarà il Ministro dello Sviluppo economico, che dovrà anche segnalare eventuali violazioni all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato.

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