L’ombra del Fisco sui bilanci
Pubblicato il 30 marzo 2009
Quest'anno, le norme dettate dalla Finanziaria 2008 avranno una ricaduta diretta sulle scritture contabili, non senza però alimentare dubbi tra i professionisti. Proprio la scelta di voler avvicinare l’imponibile fiscale alle risultanze del bilancio d’esercizio, infatti, non convince del tutto, per via del fatto che da questo processo esce avvantaggiato comunque sempre l’Erario. Si tratta di quelle disposizioni che riguardano, in particolare, la soppressione delle disposizioni sulla deduzione in via extracontabile di alcuni componenti negativi di reddito (attuata nel quadro EC di Unico) e l’abrogazione della possibilità di effettuare ammortamenti anticipati. L’obiettivo è quello di realizzare - anche attraverso riallineamenti a seguito di operazioni straordinarie e alla nuova base imponibile Irap – una sorta di ritorno al bilancio d’esercizio, grazie all’accentuazione del principio di derivazione di cui all’articolo 83 del Tuir. Il timore, come anticipato, è che da questo processo possa derivare un certo favoritismo del Fisco: già ora i bilanci vengono redatti pensando più alle conseguenze fiscali che non ai soci e ai creditori, con la conseguenza che potrebbero risultare ancora più inquinati dato che la deduzione fiscale dei costi valutativi risulta, adesso, subordinata all’imputazione a conto economico. Sempre a partire dai bilanci 2008 troveranno applicazione anche le nuove responsabilità sanzionatorie per i revisori: è prevista la possibilità di applicare ai revisori una specifica sanzione amministrativa nel caso in cui nella relazione di revisione, ricorrendone i presupposti, vengano omessi i giudizi previsti dall’articolo 2409-ter del Codice civile, determinando così l’infedeltà nella dichiarazione dei redditi o ai fini dell’Irap. La sanzione amministrativa può essere pari fino al 30% del compenso contrattuale relativo all’attività di redazione della relazione di revisione.