Lo sblocca Italia è approvato dal CdM
Pubblicato il 30 agosto 2014
Il decreto sblocca Italia è approvato dal CdM.
Si abbassa il tetto del credito d'imposta dei privati per le infrastrutture
Fanno parte del testo i ritocchi agli
sgravi fiscali sulle opere di privati per le infrastrutture, con il tetto della soglia per il credito di imposta che passa da 200 a 50 milioni.
Tale beneficio viene esteso anche ai lavori per portare la
banda larga nelle "aree bianche", dove l'investimento è antieconomico.
Il beneficio è calcolato sul totale dell'investimento e si applica a Ires e Irap, includendo costruzione e successiva gestione. Il credito d'imposta non costituisce ricavo ai fini delle imposte dirette e dell'Irap.
Maggiore sarà, in tale ambito, l'apporto della Cassa depositi e prestiti nel sostegno di investimenti, sia con partecipazione finanziaria che con garanzia dello Stato.
Anche il made in Italy entra nello sblocca Italia. Ad annunciarlo un comunicato stampa del Mise, 29 agosto 2014, che sull’adozione del
Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti comunica lo stanziamento di risorse aggiuntive per i prossimi tre anni, pari a 130 milioni di euro per il 2015, 50 milioni per il 2016 e 40 milioni per il 2017. A queste si aggiungono, per quanto riguarda il settore agroalimentare, 22 milioni sia nel 2015 che nel 2016 tramite il Ministero delle Politiche Agricole.
Codice appalti allineato alla Ue
Con un Ddl delega sarà riformato il codice degli appalti, con l'allineamento alle direttive Ue, un repulisti che porterà all'eliminazione di 600 articoli farraginosi.
Misure in stand by
È ancora incerta la previsione che vede la possibilità di bypassare il patto di stabilità per quei comuni che vogliono realizzare piccole opere.
È, invece, rimandato il capitolo sulle misure per la quotazione in Borsa e la privatizzazione delle società partecipate dagli enti locali (trasporto e rifiuti) con chiusura di molte “in rosso”.
Contrasto alla criminalità
Il CdM ha approvato anche il disegno di legge di contrasto alla criminalità, improntato dal ministero della Giustizia, che prevede il reato di
falso in bilancio (il reato alla base della creazione di fondi neri), quello di autoriciclaggio ed il nuovo regime di amministrazione dei beni sottratti alle cosche.
Con il decreto
le false comunicazioni sociali, sia per le quotate sia per le non, saranno di nuovo un delitto e non semplici contravvenzioni, con soglie di punibilità meno complesse. La procedibilità sarà sempre d'ufficio (sono risparmiate le microimprese).