È atteso per domani il verdetto della Corte di Giustizia europea sulla compatibilità dell’Irap con il sistema comunitario. L’articolo contiene un grafico che riassume le cinque possibili soluzioni di cui solo tre risultano veramente praticabili, cioè: la promozione dell’imposta senza riserve; la bocciatura con limitazione degli effetti retroattivi (rimborso a chi aveva fatto ricorso entro una certa data) o con incompatibilità solo per il futuro; la bocciatura con attribuzione al giudice nazionale del compito di verificare in concreto l’effettiva sovrapposizione tra Irap e Iva, settore per settore. Se passasse quest’ultima soluzione si potrebbe verificare un sostanziale svoutamento della sentenza, poiché molte analisi hanno dimostrato che tale sovrapposizione non esiste praticamente mai. È, invece, improbabile una dichiarazione secca di incompatibilità che darebbe il diritto al rimborso a tutti i contribuenti che hanno versato l’imposta, in quanto entrambi gli avvocati generali hanno chiesto una limitazione nel tempo degli effetti della sentenza. Nel caso si adottasse la soluzione dell’incompatibilità con diritto al rimborso per chi ha fatto domanda entro un certo periodo, le date prese in esame potrebbero essere due: quella del 24 gennaio 2004, della pubblicazione sulla “GUCE” della questione pregiudiziale, causa C-475/2003, e quella più sfavorevole allo Stato italiano del 15 marzo 2005, giorno del deposito delle prime conclusioni dell’avvocato Jacobs.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".