Con la circolare n. 23 del 27 luglio scorso, l’Agenzia delle dogane, su parere conforme dell’avvocatura dello Stato, ha fornito indicazioni chiare in merito al regime sanzionatorio da applicare alle infrazioni legate all’immissione in libera pratica di beni non comunitari dichiarati per l’introduzione in deposito Iva. In particolare è possibile ravvisare il reato di contrabbando aggravato ed applicare una sanzione amministrativa del 30%, nel caso in cui i beni importati senza pagamento dell’Iva, poiché destinati ad un deposito, non siano in realtà stati immessi nel deposito stesso, anche se in seguito siano stati effettuati gli adempimenti previsti per l’assolvimento dell’Iva all’atto dell’estrazione. L’accertamento è di competenza dell’ufficio presso cui è stata presentata la dichiarazione doganale.
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