Relazione critica (e corposa) del presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, consegnata ieri pomeriggio alla Camera, in sede di audizione, presso le commissioni congiunte di Giustizia e Attività produttive che hanno incominciato le consultazioni sulle liberalizzazioni (ddl 2201, di conversione in legge del dl 7/2007, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese. Il dl dovrà essere convertito entro il prossimo 2 aprile); sono, cioè, poco incisive le norme volute dal Dl Bersani numero 223/06, per introdurre nel settore meccanismi di concorrenza: “Molti Ordini hanno mantenuto nei propri codici deontologici disposizioni intese a limitare i comportamenti economici dei professionisti, in termini di prezzi offerti e di promozione della propria attività”. Norme in cui il decoro diviene “strumento per ostacolare l’attività economica”. Ad esempio, il via libera alla pubblicità informativa è spesso subordinato all’autorizzazione preventiva (farmacisti) o ad una comunicazione ex ante (avvocati, dottori commercialisti) agli Ordini, e non solo ad una verifica ex post, come la legge dispone.
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