Arrivano dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite del Meeting di Rimini, conferme sulle misure della Legge di bilancio 2018 in tema di welfare: il bonus giovani si sostanzierà in una decontribuzione ma sarà accompagnato da una misura anti-licenziamento, per evitare comportamenti “furbeschi”.
Per “avere più occupati e non uno scambio tra chi c'è e chi arriva", chiarisce Poletti, è allo studio l'ipotesi che le aziende che assumeranno con la decontribuzione: non devono aver licenziato 6 mesi prima e non devono licenziare 6 mesi dopo l’assunzione agevolata.
Già, perché si è visto che i datori di lavoro tendono a licenziare il lavoratore assunto con gli sgravi appena finito il periodo di incentivo, per assumerne un altro con una nuova assunzione incentivata.
Sulla rotta segnata dal Jobs act, lo sgravio dovrebbe prevedere uno sconto del 50% sui contributi per i primi 2 anni (forse tre), nel limite massimo di 3.250 euro, per lavoratori fino a 29 anni (si dovrebbe proporre alla Ue uno spostamento ai 32 anni) assunti con contratto a tempo indeterminato.
Sulla platea di lavoratori coinvolti, Poletti spiega che “per garanzia giovani dall'Unione Europea abbiamo ottenuto l'innalzamento dell'età da 25 a 29 anni perché la regolazione europea prevedeva fino a 25 anni e noi abbiamo ottenuto di innalzarla fino a 29 anni... Ma sappiamo che per ottenere una regolazione diversa c'è una trattativa da fare ed è ciò che stiamo facendo”.
Il Ministro spiega di voler fare di più. Tra le mire la stabilizzazione del sistema duale, che prevede l'alternanza scuola-lavoro.
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