Le proposte del Guardasigilli per lo smaltimento dell'arretrato civile non convincono
Pubblicato il 01 marzo 2011
Le proposte del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per lo smaltimento dell'arretrato civile - per come contenute in un disegno di legge approvato lo scorso 9 febbraio dal Governo - non convincono gli addetti ai lavori.
In particolare, gli avvocati dell'Aiga, a mezzo del loro presidente, Giuseppe Sileci, ritengono che la proposta della nomina di 600 giudici ausiliari, scelti tra magistrati in pensione e avvocati dello Stato, per affiancare i giudici nella definizione delle cause pendenti più risalenti, costituirebbe esclusivamente ''
uno spreco enorme di risorse umane e finanziarie”; le risorse, infatti, dovrebbero essere reperite attraverso l'aumento della metà del contributo unificato dovuto per i giudizi di impugnazione, contributo che dovrà essere versato dalla parte nel momento in cui richiederà, entro 15 giorni dal deposito della sentenza breve, a pena di decadenza, la motivazione estesa del provvedimento.
Il giudice, quindi, potrà anche non motivare il provvedimento qualora il cittadino non intenda pagare anticipatamente il contributo unificato per il grado d'appello e depositare esclusivamente una sentenza breve; ma quest'ultima – sottolinea Sileci – verrebbe a contrastare con il principio sancito dall'articolo 111 della Costituzione, secondo cui “
tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati”.
Anche i giudici dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) si dicono contrari alle soluzioni prospettate dal Guardasigilli; nel dettaglio, le disposizioni sulla motivazione a richiesta e sulla necessità della parte di presentare un'istanza di trattazione entro un termine perentorio, pena l'estinzione della procedura susciterebbero grandi perplessità nei magistrati trattandosi di
“previsioni che non consentiranno un'effettiva riduzione dei tempi di definizione delle controversie, essendo ampiamente prevedibile che la quasi totalità degli interessati avanzerà entrambe le richieste e che rischiano comunque di determinare solo un aggravio per i cittadini che attendono una decisione ormai da lunghi anni”.
Discussa anche l'introduzione di un giudice ausiliario che rischierebbe – a detta dell'Anm -
“un'ulteriore, anomala e indefinita, figura professionale”.
Apprezzabili – sottolineano comunque i magistrati - la previsione della redazione da parte dei capi degli uffici di un programma per la gestione del contenzioso civile pendente con indicazione degli obiettivi e delle priorità nonché la disposizione che consente, stabilmente, la stipula di apposite convenzioni con le facoltà universitarie di Giurisprudenza, le scuole di specializzazione per le professioni legali e i consigli degli ordini degli avvocati ai fini della realizzazione dell'ufficio del giudice.