La sentenza n. 9237 della Corte di Cassazione depositata lo scorso 18 aprile ha giudicato nullo il contratto stipulato da una società di servizi che congiuntamente all’attività di elaborazione dati fornisce consulenza ed assistenza legale e tributaria al cliente presso la sede della società, sebbene svolta da professionista abilitato.
Il giudizio della Corte conferma la necessità del rapporto esclusivo tra cliente e professionista disponendo che le attività di assistenza e consulenza legale e tributaria sono assimilabili alle prestazioni professionali protette esercitate solo da professionisti iscritti agli Albi pertinenti.
Qualora vi sia una prestazione riconducibile all’attività tipica di una professione protetta, secondo , il contratto va considerato nullo in tutti i casi in cui la prestazione sia attribuibile direttamente alla società e non al professionista, in violazione della legge n. 1815/39, che vieta la costituzione di società di capitali per esercitare attività libero–professionali.
Intanto riprendono oggi le audizioni, in Commissione Giustizia della Camera, di Ordini ed associazioni in materia di riforma delle professioni.
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