L'Agenzia delle entrate rettifica la residenza
Pubblicato il 17 giugno 2013
A nulla è valso ad un contribuente italiano l'essere iscritto all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero), possedere un'abitazione in Africa e conviverci con una figlia, svolgere un lavoro autonomo in una società residente in Africa, per dimostrare la propria residenza all'estero.
La Commissione tributaria regionale della Lombardia, con la
sentenza n. 134/67/2013 conferma la decisione dell'Agenzia delle entrate di considerare il contribuente residente in Italia e convalida l'accertamento effettuato secondo i parametri presuntivi di reddito caratterizzati dal possesso di automobili, immobili e dalla titolarità di assicurazioni e la rideterminazione del reddito.
I giudici sottolineano come il periodo di tempo trascorso all'estero non è decisivo, essendo un'attività sovrapponibile a quella di imprenditori o managers che svolgono il proprio lavoro in trasferta “tutte le settimane dal lunedì al giovedì, tale essendo all'incirca la proporzione sul totale annuo”; inoltre, sul piano dei vincoli familiari, la decisione è convalidata dal fatto che la moglie, con la quale non risulta alcuna separazione, è residente in Italia e il contribuente vi provvede “sotto ogni aspetto abitativo”, oltre dalla detenzione da parte del contribuente della presidenza di un consiglio di amministrazione di una società italiana.