La riforma forense accelera

Pubblicato il 24 febbraio 2009

Si sono conclusi i lavori della commissione consultiva creata ad hoc dal Consiglio nazionale forense per la definizione di una proposta condivisa sulla riforma della professione. Le varie anime dell'avvocatura, raggiunta la posizione comune, dovranno ora stendere un disegno di legge da consegnare al ministro Alfano. I punti chiave del progetto riguardano, in primo luogo, la questione disciplinare: il futuro procedimento sarà composto da una fase istruttoria affidata al Consiglio istruttore di disciplina, istituito a livello distrettuale e composto da avvocati eletti dai consigli dell'Ordine del distretto che non siano in situazione di incompatibilità. Il giudizio sarà affidato al Consiglio dell'Ordine costituito in collegio giudicante, composto in prevalenza da avvocati appartenenti a ordini territoriali dello stesso distretto ma diversi da quelli di appartenenza dell'incolpato. In ordine all'accesso alla professione, il progetto prevede che l'esame, preceduto da una preselezione informatica, consisterà in una prova scritta senza codici commentati, ed in una prova orale con 5 materie obbligatorie e 2 facoltative. Al tirocinio professionale, che potrà svolgersi solo presso avvocati che abbiano maturato cinque anni di anzianità e dovrà essere integrato dalla frequenza obbligatoria a corsi di formazione, si avrà accesso solo previo superamento di un test di ingresso. I regolamenti di attuazione della legge di ordinamento forense, poi, saranno adottati dal Cnf. Per il patrocinio in Cassazione, potrà essere ammesso anche l'avvocato con un'anzianità di almeno 12 anni di iscrizione all'Albo che abbia frequentato la Scuola superiore dell'avvocatura e superato un esame di idoneità.

L'Organismo unitario dell'avvocatura, intanto, ha formulato al Governo la richiesta di sospendere per tre anni gli studi di settore e di abrogare la legge Bersani in modo da poter fronteggiare l'attuale e profonda crisi economica. “Negli studi legali”, spiega Maurizio de Tilla, presidente dell'organismo, “si soffrono le conseguenze di una dura situazione economica. Si subisce un effetto domino che colpisce indistintamente tutta la categoria: i clienti non saldano le parcelle o lo fanno a singhiozzo. Gli avvocati, inoltre, continuano a subire un'eccessiva pressione fiscale pagando secondo gli studi settore che, oltretutto, non tengono conto dei costi reali: dipendenti, affitti, spese di gestione, ecc”.

L'Ordine degli avvocati di Milano, in collaborazione con Banca popolare di Milano, ha invece varato un'iniziativa a sostegno dei giovani avvocati che prevede dei finanziamenti agevolati fino a 40 mila euro per l'attività professionale o fino a 30 mila euro per uso personale.

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