Iva primo trimestre 2017 Lettere per regolarizzare

Pubblicato il 29 settembre 2017

E' arrivata l'ora di pagare l'Iva dichiarata e non versata relativa al primo trimestre 2017 e per sollecitare i contribuenti l'Agenzia delle Entrate ha spedito migliaia di lettere.

Dopo gli alert di luglio, i contribuenti o i loro intermediari che hanno già ricevuto una lettera di compliance ma non hanno eseguito alcun versamento o lo hanno fatto in modo insufficiente, stanno ora ricevendo una lettera che li invita a versare l'Iva dovuta entro 30 giorni.

Con il nuovo avviso, i diretti interessati possono o pagare, entro 30 giorni, oppure fornire spiegazioni, in ogni caso la lettera preclude – al momento – la possibilità di ricorrere al ravvedimento, sulla scia di quell'orientamento agenziale che vuole che una volta che si è sotto la lente del Fisco non è più possibile ravvedersi.

Lettere in arrivo

Le comunicazioni per gli omessi versamenti Iva relativi al primo trimestre 2017 (ex art. 54-bis Dpr 633/1972) invitano il contribuente al pagamento integrale, o della prima rata, entro i 30 giorni successivi alla stessa comunicazione, pena il consolidamento del debito e la successiva iscrizione a ruolo con le relative sanzioni.

Come pagare

Se il contribuente riconosce l'esattezza delle cifre richieste dal Fisco, può regolarizzare la sua posizione entro un mese dalla data in cui si riceve la comunicazione formale.

Visto che le comunicazioni stanno arrivando in questi giorni (fine settembre) si avrà, dunque, tempo fino alla fine di ottobre 2017 per versare l'Iva dovuta, con la sanzione ordinariamente prevista per l’omesso o carente versamento dell’imposta ridotta ad un terzo. Se, invece, sono già passati 90 giorni dalla scadenza del versamento, la sanzione da applicare è quella del 30%, riducibile al 10%.

Il modello da utilizzare è l'F24 pre-compilato allegato alla comunicazione.

Si può anche pagare a rate (massimo 8 rate trimestrali per importi entro 5mila euro e massimo 20 rate trimestrali per importi superiori), sempre con sanzione ridotta.

Come fornire spiegazioni

Se il contribuente ritiene che i calcoli del Fisco sono errati può fornire spiegazioni, sempre entro il termine di 30 giorni, usando il canale di assistenza online Civis, la Pec, contattando i centri di assistenza multicanale, oppure rivolgendosi ad un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate.

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