Adc e Anc, con missiva indirizzata al Ministro dell’Economia e al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, chiedono formalmente “un atto di consapevolezza e responsabilità, che riconosca il fallimento dell’operazione Isa e ne determini lo stop per quest’anno”.
Si aggiungono gli Uffici dei Garanti dei Contribuente di Piemonte e Toscana (sollecitati sempre dalle associazioni Adc e Anc), che hanno promosso iniziative di sensibilizzazione presso i competenti Uffici del Mef e anche presso i propri omologhi nelle altre regioni.
L’ultimo episodio ad agitare gli animi è stata l’emanazione del Decreto del 9 agosto 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 17 agosto 2019, con cui sono state introdotte ulteriori modifiche al sistema di calcolo degli Isa, in plateale violazione del termine dei sessanta giorni che lo Statuto del Contribuente prevede per la comunicazione di siffatte misure.
Con un comunicato congiunto del 28 agosto 2019, la Confederazione (Adc e Anc) minaccia che, in caso di mancato ascolto, intraprenderà ulteriori e più incisive azioni a tutela della categoria e dei contribuenti.
“Siamo consapevoli - si legge nel comunicato - che il momento politico troverà i nostri interlocutori più distratti di quanto accade solitamente, ma come associazioni di categoria abbiamo il dovere di mantenere tutti i nostri sforzi concentrati sulle difficoltà dei nostri colleghi e delle imprese; le scadenze mordono e il tempo per ‘attendere gli sviluppi della politica’ non c’è”.
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