ha avviato un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia (2006/4136), sottolineando come il decreto legislativo 143/05 avesse ristretto il campo di applicazione delle disposizioni comunitarie, dato che la scelta del legislatore nazionale di ancorare la decorrenza ai proventi “maturati” dal 1° gennaio 2004, anzichè a quelli “pagati” dal 1° gennaio 2004 era stata giustificata dalla circostanza di “impedire il ricorso da parte della società estera a pratiche dilatorie volte a ritardare la percezione degli interessi e dei canoni maturati anteriormente alla predetta data allo scopo di beneficiare dell’esenzione”. Secondo , dunque, la scelta operata dal nostro Paese era da ritenersi sproporzionata. Il Consiglio dei ministri ha, quindi, preso atto delle indicazioni fornite dalla Commissione Ue in merito al corretto recepimento della direttiva 2003/49/Ce (denominata direttiva interessi e royalities), sostituendo, con efficacia retroattiva, all’articolo 3, comma1, del decreto legislativo 143/05, la parola “maturati” con quella “pagati”.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".