Il Tar del Lazio ha accolto tutti i 37 ricorsi presentati da centinaia di notai e distretti contro il decreto del 2 aprile che aveva disposto l'aumento delle sedi notarili. Al centro della contesa i criteri di distribuzione: l'aumento, infatti, risultava concentrato nel Nord. Le prime sentenze del Tar sono del 25 novembre, le ultime di ieri. Secondo i giudici amministrativi il decreto sarebbe censurabile sul piano della legittimità sia per la “mancata esplicitazione di un congruo apparato motivazionale che ponesse in un rapporto di logica consequenzialità e di apprezzabile concludenza le finalità perseguite e l'intervento operato”, sia per la “rilevata carenza di presupposti legittimanti la correttezza dello svolgimento procedimentale”.
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