Il Patto di stabilità vincola i risparmi

Pubblicato il 23 febbraio 2007

Con la circolare n. 12/2007 di ieri, il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, spiega i meccanismi del nuovo Patto di stabilità interno previsto dalla Finanziaria 2007. Si tratta di un documento illustrativo degli effetti dei commi da 702 dell’articolo unico della manovra dedicati ai Comuni con più di 5 mila abitanti. In breve: se gli enti locali non hanno i conti in regola devono chiedere ai contribuenti di mettere mano al portafoglio per ripianare il bilancio; l’aumento delle tasse locali, se non saranno prese iniziative per il rientro dei conti, scatterà automaticamente a partire dal 2008 per l’Irpef comunale o per l’imposta provinciale di trascrizione nelle amministrazioni. E’ stata proprio l’estensione a Comuni e Province della “gogna fiscale” che ha portato, lo scorso anno, ad un aumento automatico dell’addizionale Irpef e dell’Irap. Da ora, i controlli saranno più serrati e riguarderanno anche l’obbligo per i Comuni compresi fra i 5 mila e i 20 mila abitanti, che finora erano esclusi, di inviare i dati al ministero dell’Economia tramite comunicazione web. La procedura automatica sarà avviata con un provvedimento del presidente del Consiglio dei ministri. La circolare ribadisce che i saldi rilevanti per il Patto sono due, quello di competenza e quello di cassa, e anche il mancato rispetto di uno solo dei due obiettivi si traduce in uno sforamento del Patto. Se gli obiettivi non sono centrati, scatta dunque il procedimento che può portare all’avvio dell’automatismo tributario, che impone una maggiorazione dello 0,3% per l’addizionale comunale Irpef e del 5% per l’Ipt provinciale. La circolare, infine, ricorda che maggiori dettagli inerenti all’attività di monitoraggio del Patto di stabilità saranno forniti sinceramente successivamente, tramite un decreto del ministero dell’Economia, sentita e autonomie locali.

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