Il dl fiscale al vaglio del Cdm

Pubblicato il 24 febbraio 2012 Calendarizzato per oggi al Consiglio dei ministri l’esame del Decreto legge sulle “Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, potenziamento dell’accertamento ed altre disposizioni urgenti di natura finanziaria e societaria (Economia e Finanze)". Il testo del Dl semplificazioni fiscali contiene molte misure già affrontate, come quelle che semplificano lo spesometro riportando l’elenco clienti e fornitori nelle operazioni fatturabili (dovrebbero entrarvi non solo i rapporti B2B, ma anche le vendite con fattura con i privati), che condensa l’adempimento in un invio annuale di tutte le operazioni.

Si ricorda anche l’intervento sugli studi di settore, per i quali è previsto, sempre nel caso di approvazione da parte del CdM, il rinvio al 30 aprile del termine per la pubblicazione dei correttivi e la legittimazione dell'accertamento induttivo puro - rettifica basata su meri indizi e non su presunzioni semplici gravi, precise e concordanti - in presenza di omissione del modello o errori di compilazione che implichino una “differenza superiore al 15% o comunque a 50.000 euro, tra i ricavi o compensi stimati applicando gli studi di settore sulla base dei dati corretti e quelli stimati sulla base dei dati indicati nella dichiarazione”.

Altre misure riguardano:

- la cancellazione con procedura semplificata delle ipoteche non rinnovate da anni che, restando formalmente in piedi, rendono ardua la negoziabilità dei beni;

- la chiusura d’ufficio di tutte quelle partite Iva che non risultano attive da tre anni;

- la possibilità di dilazionare i debiti con il Fisco chiedendo l'applicazione di rate variabili e crescenti nel tempo;

- il pignoramento a tutela del credito fiscale; in tal caso l'agente della riscossione nominerà l'imprenditore come custode giudiziario dei beni strumentali dell'impresa per assicurare la continuazione dell'attività.

Con il Dl, infine, il Governo sarebbe intenzionato a illustrare la previsione dell’assoggettamento all'imposta comunale dei beni della Chiesa, di altre religioni e degli altri enti oggi esentati dall'Ici, come i partiti politici e i sindacati: dovrebbero restare fuori campo Ici solo gli immobili adibiti esclusivamente ad attività non commerciali.
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