Il datore che non versa la malattia non risponde di appropriazione indebita

Pubblicato il 08 ottobre 2013 Con la sentenza n. 41162 depositata il 7 ottobre 2013, la Corte di cassazione ha confermato la decisione con cui i giudici dei gradi precedenti avevano escluso che potesse essere condannato per appropriazione indebita un piccolo imprenditore di Perugia che non aveva versato ad una dipendente emolumenti per indennità di malattia e assegni per il nucleo familiare.

Secondo i giudici di legittimità, la condotta posta in essere dal datore di lavoro, pur integrando un inadempimento di tipo contrattuale nei confronti della dipendente, non poteva, di per sé, configurare il delitto di appropriazione indebita.

Di quest'ultima fattispecie – continua la Corte – l'imputato avrebbe potuto rispondere solo qualora gli fosse stato contestato di aver trattenuto le somme indebitamente portate a conguaglio in relazione a prestazioni di cui si era sostanzialmente riconosciuto debitore per conto dell'ente previdenziale “e corrispondenti a somme di denaro determinate nel loro ammontare e già fatte figurare come erogate al lavoratore”.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Indennità discontinuità lavoratori dello spettacolo: via alle domande

14/01/2025

Atti di mediazione: esenzione fiscale per l’iscrizione ipotecaria?

14/01/2025

Controlli difensivi sulle mail dei dipendenti: legittimi solo se effettuati ex post

14/01/2025

Abolizione dei codici tributo per interessi e royalties ormai obsoleti

14/01/2025

Inail: interessi legali 2025

14/01/2025

Fotovoltaico: trascrizione dei preliminari del diritto di superficie. Chiarimenti

14/01/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy