Ici, il pagamento spetta anche alle scuole religiose

Pubblicato il 27 luglio 2015

Sulla complessa vicenda dell'Ici dovuta anche dagli istituti scolastici paritari è sceso in campo anche il Governo, che si dice pronto ad avviare un confronto per arrivare ad un definitivo chiarimento normativo.

Tutto ciò, a seguito delle due sentenze – nn. 14225/15 e 14226/15 – della Corte di Cassazione che hanno sancito che due scuole livornesi gestite da congregazioni religiose sono tenute al pagamento dell'Ici, in quanto l'attività esercitata è da considerarsi idonea a configurare un'attività commerciale.

La Suprema Corte ha rilevato che nel caso di specie si tratta di suore che gestiscono una scuola paritaria, i cui utenti pagano una retta cospicua, che non può non ritenersi rilevante ai fini Ici, essendo questo elemento proprio un fatto “rilevatore dell'esercizio dell'attività con modalità commerciali”.

Allo stesso tempo, i giudici di legittimità hanno sottolineato che a nulla valgono le motivazioni addotte che la gestione operi in perdita, dal momento che anche un imprenditore può operare in perdita. Dunque, per la Corte è giuridicamente irrilevante lo scopo di lucro, risultando sufficiente l'idoneità tendenziale dei ricavi a perseguire il pareggio di bilancio. E cioè, il conseguimento di ricavi è di per sé indice sufficiente del carattere commerciale dell'attività svolta.

Il ricorso presentato dal comune di Livorno è, dunque, accolto e le congregazioni sono così tenute al pagamento dell'Ici per gli anni dal 2004 al 2009 sulle unità immobiliari utilizzate, sulle quali era stata richiesta l'esenzione dell'ex imposta comunale sugli immobili.

La questione oltre a sollevare polemiche da parte di alcuni vescovi, che hanno sottolineato l'importanza dell'istruzione offerta dalle scuole cattoliche, rischia di avere ripercussioni molto più ampie per il fatto che la decisione di far pagare l'Ici alle scuole cattoliche mette a rischio anche l’esenzione dall’Imu.

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