I vertici dell’Oic: serve trasparenza nelle valutazioni
Pubblicato il 21 febbraio 2009
I vertici dell’Oic si sono espressi di recente sulla necessità di utilizzare effettivamente i principi contabili. Non conta tanto che si applichino quelli italiani o quelli europei (i principi sono convenzioni, non sono buoni o cattivi), l’importante è che questi principi vengano di fatto rispettati. Su questo argomento, Angelo Casò, presidente Oic, e Massimo Tezzon, segretario generale Oic, hanno cercato di fare chiarezza eliminando quegli equivoci che erano sorti a seguito del dibattito dei giorni scorsi su bilancio e principi. Sia Casò che Tezzon pongono l’accento sulla necessità dell’armonizzazione contabile e sulle conseguenze che questa comporta. Il board degli Ias e il Fasb si stanno facendo promotrici del processo di convergenza e le scelte che vengono compiute vanno lette tenendo presente questo obiettivo. Il pericolo, in caso contrario, è quello di avere informazioni poco leggibili e difformi da paese a paese. È altrettanto vero, però, che l’armonizzazione impone a volte di sacrificare le best practices per cercare dei compromessi. Lo stesso regolamento Ue ha lasciato spazio a molte alternative e opzioni con il risultato che in alcuni paesi gli Ias operano solo sui consolidati e in altri (vedi Italia) dove vengono imposti anche nei bilanci d’esercizio.