Il discorso sulle compensazioni Iva e sull’obbligo del visto di conformità accende la concorrenza tra i professionisti. Sono abilitati ad apporre il visto di conformità per compensazioni superiori a 15mila euro i Caf, i consulenti del lavoro, i dottori commercialisti ed esperti contabili e gli iscritti nei ruoli tenuti fino al 1993 dalle camere di commercio. A tutti gli altri professionisti, anche se svolgono attività di consulenza fiscale, tengono le scritture contabili e sono autorizzati a trasmettere le dichiarazioni in via telematica, non è riconosciuta questa facoltà.
Il tutto è stato messo nero su bianco dalla circolare n. 57/E/2009 dell’agenzia delle entrate.
Anche i tributaristi sono esclusi dalla facoltà non senza polemiche. L’associazione Lapet – per esempio – ha richiesto al Tar del Lazio di annullare la citata circolare agenziale, dato che secondo l’Associazione la possibilità di apporre il visto deve essere data a tutti gli intermediari fiscali abilitati, vale a dire a quei professionisti che svolgono l’attività di consulenza fiscale abitualmente e sono incaricati, come tali, della trasmissione delle dichiarazioni. Ciò dovrebbe ricomprendere anche i tributaristi che non sono iscritti ai ruoli camerali.
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