I dottori commercialisti “chiudono” ai tributaristi

Pubblicato il 24 settembre 2006

Una presa di posizione inequivocabile quella dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti che nella persona del presidente, Michele Testa, ha fatto sapere che non ci sarà alcun “riconoscimento alle associazioni oggi non regolamentate, che svolgono attività che si sovrappongono a quelle svolte dai dottori commercialisti e, nel futuro, dagli iscritti alla professione unificata”. In altre parole, viene negata ogni forma di riconoscimento ai tributaristi e a tutti coloro che svolgono consulenza e intermediazione fiscale senza un percorso accademico e professionale equivalente e senza obblighi deontologici. Sull’argomento della riforma delle professioni si è aperto da tempo un confronto che sta assumendo toni sempre più aspri. Secondo il consigliere nazionale dei dottori commercialisti, Claudio Siciliotti, la riforma non deve limitarsi a fotografare il presente, ma deve sanare le anomalie. Riconoscendo i tributaristi – ha concluso lo stesso Siciliotti – si rischia di duplicare la professione, dando una patente di riconoscimento a chi non ha obblighi deontologici, formazione accademica e continua riconoscibili.

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