Geografia giudiziaria: deposito delle motivazioni della Consulta; riaffiora l'ipotesi del rinvio

Pubblicato il 25 luglio 2013 La Corte costituzionale ha provveduto al deposito delle motivazioni relative alla decisione con cui il 3 luglio sono state respinte le eccezioni di incostituzionalità sollevate da vari Uffici giudiziari del Territorio (Tribunali di Pinerolo, di Alba, di Sala Consilina, di Montepulciano e di Sulmona) contro la riforma della geografia giudiziaria introdotta con il Decreto legislativo n. 155/2012, fatta eccezione per quelle relative al Tribunale di Urbino che ha sede in un capoluogo di Provincia.

Nel testo della relativa sentenza, la n. 237 depositata il 24 luglio 2013, è stato evidenziato come non si ravvisi violazione da parte dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 dei criteri individuati per l'esercizio della delega né si evidenzi una irragionevolezza della loro applicazione.

La Consulta ha ritenuto insussistente, altresì, la prospettata violazione dei principi di eguaglianza e di ragionevolezza di cui all'articolo 3 della Costituzione, “sia in ragione della complessiva ragionevolezza della delega conferita al Governo – per le sue finalità e per l’indicazione di criteri oggettivi ed uniformi per tutto il territorio nazionale – sia, quanto ai decreti legislativi, per la diversità delle situazioni degli uffici giudiziari interessati, come posto in luce nelle menzionate schede tecniche”.

Parimenti, nel testo della sentenza viene esclusa l'esistenza di una violazione dell'articolo 24 della Carta costituzionale in quanto la soluzione adottata “contempera, in una dimensione di ragionevolezza, più valori costituzionalmente protetti, al fine di garantire una giustizia complessivamente più efficace”.

Proprio nel corso dello stesso giorno in cui la Consulta ha provveduto al deposito delle motivazioni per affermare la legittimità del riordino della geografia giudiziaria rispetto alle numerose questioni sollevate, la commissione Giustizia del Senato ha approvato un disegno di legge che rinvia di un anno la nuova ridistribuzione, e ciò, nonostante il più volte reiterato parere negativo dell'Esecutivo e del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.

Nel frattempo, il Guardasigilli, nel corso del question time tenuto presso la Camera ha sottolineato come, con riferimento al riordino delle sedi giudiziarie, “resta aperta la possibilità di interventi correttivi o integrativi, nell'arco del biennio previsto dalla legge, che si rendessero necessari sulla base di evidenze emergenti dalla concreta attuazione della riforma, anche sulla scorta di un adeguato monitoraggio che verrà svolto dagli uffici del mio ministero”.
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