Con newsletter del 3 maggio 2024, il Garante per la Protezione dei dati personali (GPDP) rende noto di aver accolto il reclamo presentato da una lavoratrice dipendente di una banca di accedere al suo fascicolo personale per conoscere quali informazioni potevano aver dato origine ad una sanzione disciplinare nei suoi confronti.
Il lavoratore ha diritto di accedere ai propri dati conservati dal datore di lavoro, a prescindere dal motivo della richiesta.
Il diritto di accesso non può essere negato o limitato e deve consentire all’interessato di avere il controllo sui propri dati personali e di verificarne l’esattezza.
Con il provvedimento n. 137 del 7 marzo 2024, il Garante della Privacy ha accertato che la banca in questione non aveva dato un adeguato riscontro alla richiesta di una lavoratrice di accedere al suo fascicolo personale.
Nello specifico, la Banca aveva fornito soltanto un elenco incompleto della documentazione raccolta e aveva omesso alcune informazioni in base alle quali era stata irrogata la sanzione disciplinare.
Per tali motivi, il GDP ha irrogato una sanzione pecuniaria nella misura pari a 20 mila euro.
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