Se è giusto che gli enti previdenziali investano nell'economia reale, purché dietro interlocuzione col Governo sull'applicabilità del trattamento agevolato consistente nell'esenzione fiscale totale sui redditi di natura finanziaria derivanti da investimenti fino alla soglia del 5 per cento dell'attivo patrimoniale dell'ente stesso, non è altrimenti positivo il cumulo gratuito dei contributi previdenziali, poiché mina la sostenibilità finanziaria di lungo periodo delle casse di previdenza professionali. E' la sintesi di quanto sostenuto dal presidente della Cassa di previdenza dei commercialisti, Anedda, nel dibattito col ministro del Lavoro, Poletti, col sottosegretario all'Economia, Baretta e con il presidente dell'Inps, Boeri, al Forum inPrevidenza 2017.
Il Forum s'è tenuto il 20 aprile, a Roma.
Anedda ha spiegato che la norma sul cumulo gratuito dei periodi assicurativi contenuta nella Legge di Bilancio 2017 può avere risvolti negativi sui conti delle casse: “Noi, a differenza dell'Inps, non abbiamo la possibilità di avvalerci del sostegno della fiscalità generale: dovremmo accollarci il maggior costo di questa misura, con gravi rischi per la sostenibilità dei nostri conti”.
Di contrario avviso è il ministro Poletti: “Prevederemo costi fiscalmente deducibili per la formazione, un'assicurazione per il rischio del credito, ma anche un maggiore trasferimento di funzioni pubbliche in capo ai professionisti”. Numeri alla mano, ha aggiunto: “I patrimoni degli enti sono passati dai 54 miliardi del 2011 agli attuali 70 miliardi. Crediamo sia giusto che queste risorse vengano reinvestite per la crescita del paese".
Ma Anedda ha ricordato che la cassa dei commercialisti ha negli anni già investito circa 300 milioni nell'economia reale e, benché disponibile ad investirne altrettanti, l'Adepp pone la condizione che il Governo chiarisca i dubbi sollevati.
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