È estorsione minacciare al lavoratore il licenziamento per applicare trattamenti inferiori a quelli stabiliti dal contratto e dalla legge

Pubblicato il 22 marzo 2013

Commette il reato di estorsione il datore di lavoro che, minacciando il licenziamento, costringe i lavoratori a lavorare “in nero”, senza coperture previdenziali e con retribuzioni in misura non proporzionale all’attività svolta. In tale modo, infatti, il datore di lavoro consegue un ingiusto profitto consistente nella riduzione del costo del lavoro e arreca altresì un danno tanto ai lavoratori quanto all’ente previdenziale, perché entrambi risultano destinatari di emolumenti inferiori a quelli stabiliti dalla legge e dal contratto.

Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

IRAP 2025: scadenza, novità e soggetti obbligati

24/04/2025

Decreto bollette, ok del Senato. Novità per le auto aziendali

24/04/2025

Bonus colonnine domestiche, nuova finestra per il contributo su spese 2024

24/04/2025

Reperibilità notturna in sede: è orario di lavoro e va retribuita adeguatamente

24/04/2025

Nuove soglie dimensionali per i bilanci 2024

24/04/2025

Acconti IRPEF 2025, in Gazzetta Ufficiale il decreto correttivo

24/04/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy