Equo compenso. Avvocati: subito l'approvazione della legge

Pubblicato il 20 maggio 2022

Gli avvocati chiedono a gran voce alle forze politiche di terminare l'iter di approvazione della legge sull'equo compenso.

Non è più possibile attendere oltre ed è fondamentale raggiungere l’obiettivo "approvando entro breve una norma che dia completa e concreta attuazione all’articolo 36 della Costituzione in base al quale senza un’equa e giusta retribuzione non c’è dignità per chi lavora".

E' quanto si legge nel testo di un comunicato congiunto datato 19 maggio 2022, a firma delle diverse componenti dell'Avvocatura, quali Consiglio nazionale forense (Cnf), Organismo congressuale forense (Ocf), Cassa forense, Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), Unione nazionale camere minorili (Uncm), Unione nazionale avvocati amministrativisti (Unaa), Associazione italiana avvocati per la famiglia e i minori (Aiaf), Osservatorio nazionale diritto di famiglia (Ondif), Unione nazionale avvocati per la mediazione (Unam), Camera nazionale avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni (Cammino) e Associazione nazionale avvocati amministrativisti (Anai).

Secondo i legali, va contrastato con forza il rischio di "proletarizzazione della professione".

Il provvedimento licenziato dalla Camera - si legge nella nota - anche se in alcuni aspetti emendabile, merita di essere approvato anche dal Senato: la sua portata effettiva non va sottostimata.

Il disegno di legge sull’equo compenso, infatti, al fine ristabilire un "necessario equilibrio nei rapporti tra operatori economici e liberi professionisti", impone ai contraenti forti e alla Pubblica Amministrazione il riconoscimento di compensi professionali rapportati ai parametri ministeriali.

E' una significativa conquista, questa, nella tutela di un compenso equo, parametrato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e sganciato dalla logica di mercato che ha caratterizzato gli ultimi anni, durante i quali si è registrata una "svilente gara al ribasso, con conseguenze non solo economiche per i professionisti, ma anche qualitative per il cittadino".

Gli avvocati si uniscono, così, al coro sollevato delle varie associazioni professionali, convinte che la legge sull’equo compenso non sia più procrastinabile.

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