Primi segnali di risposta alle istanze sollevate dai professionisti ai fini dell’attuazione dell’equo compenso.
Ieri, a margine dell’iniziativa di presentazione della petizione #iononlavorogratis - organizzata da Confprofessioni, Acta, Apiqa Cgil e vIVAce - il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, ha reso noto di aver chiesto di verificare se è possibile inserire nel Documento di economia e finanza (Def) un’annotazione sull’equo compenso. Anche se i tempi per il Def sono strettissimi, Morrone ha assicurato che “se è possibile dare già un segnale, cercheremo di farlo”.
Il sottosegretario ha anche informato di aver coinvolto, a tal fine, il sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia, a cui ha chiesto di dedicare particolare attenzione alle libere professioni.
L’intento è quello di attuare e far applicare la disciplina sull’equo compenso, senza omissioni, soprattutto nei rapporti con le pubbliche amministrazioni.
Un impegno che si intende perseguire anche nell’ambito dei lavori del tavolo tecnico convocato proprio dal sottosegretatio Morrone con gli Ordini professionali, e volto a superare le attuali criticità della disciplina vigente.
La petizione, nel pomeriggio, è stata illustrata anche al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, nel corso di un colloquio tra quest’ultimo e il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, tenutosi a Palazzo Chigi.
Durante l’incontro, il ministro Di Maio ha anticipato che la norma sull’equo compenso verrà esaminata quanto prima, “partendo dall’aggiornamento dei parametri giudiziali fino a un compenso dignitoso per tutti i professionisti”.
Le parti – si legge nel comunicato stampa diffuso da Confprofessioni subito dopo il colloquio - hanno inoltre convenuto sull’esigenza di affrontare il problema, più volte denunciato dai professionisti, relativo alla richiesta di incarichi gratuiti da parte delle pubbliche amministrazioni.
Con l’occasione, il presidente Stella ha illustrato anche ulteriori questioni di attuale interesse dei professionisti, ovvero, la necessità che gli incentivi previsti dal Decreto crescita (in particolare, le misure dell’industria 4.0) siano estesi anche ai professionisti, nonché, in tema di salario minimo, la preoccupazioni che venga messo a punto un intervento troppo rigido.
Su entrambi i punti, il vicepremier Di Maio ha fornito rassicurazioni, da un lato, evidenziando che in sede di conversione del decreto crescita “ci saranno spazi di manovra”, dall’altro, sottolineando che sul salario minimo ci sarà la “massima attenzione al problema”.
Per finire, il rappresentante di Confprofessioni ha fatto riferimento all’intervento sulla flat tax, illustrandone alcune criticità per quel che riguarda la crescita dimensionale degli studi professionali; anche sul punto, il ministro ha assicurato che provvederà ad approfondire la questione.
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