E' truffa la finta cauzione
Pubblicato il 14 maggio 2009
E' stata confermata dalla Cassazione (sentenza n. 20066 del 12 maggio 2009) una condanna a due anni di reclusione, per truffa aggravata e patrocinio infedele, nei confronti di un avvocato che si era fatto consegnare da un proprio assistito, e a danno dello stesso, un deposito cauzionale assolutamente non necessario con una finta causale. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto legittimo, ai fini della condanna, anche l'utilizzo di intercettazioni telefoniche spiegando che “la registrazione fonografica di conversazioni o comunicazioni realizzata, anche clandestinamente, da soggetto partecipe di dette comunicazioni, o comunque autorizzato ad assistervi, costituisce prova documentale e non richiede preventiva autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria”.