Domiciliari per il commercialista che suggerisce fatture false
Pubblicato il 06 giugno 2014
Con sentenza n.
23522 del 5 giugno 2014, la Cassazione ha confermato la misura degli arresti domiciliari disposta dal Gip nei confronti di un commercialista coinvolto in un'
indagine per frode fiscale.
In particolare, il professionista era accusato di aver sistematicamente
impartito a diversi clienti direttive relative all'emissione di
fatture per operazioni inesistenti.
Rilievo di pericolosità sociale
Anche il Tribunale del riesame aveva respinto l'impugnazione del commercialista ritenendo che la condotta di quest'ultimo, consistente nell'aver pianificato e realizzato un complesso
progetto criminoso con il coinvolgimento di un numero consistente di società e di persone, nell'aver perpetuato l'attività illecita per lungo tempo lucrando ingenti capitali destinati all'Erario, denotasse la
tendenza del professionista e dei suoi clienti “a compiere imprese delittuose con modalità strutturate e sofisticate, a commettere reati per finalità di indebito profitto, nonché ad avvalersi, nei propri intenti illeciti, del contributo fiduciario di altri soggetti parimenti intranei ad ambienti dediti a condotte di frode dell'azione fiscale”. Condotta, questa, che implicava sicuramente il
rilievo di pericolosità sociale.
E a queste argomentazioni ha aderito anche la Suprema corte.