Sul sito dell’IRDCEC – l’Istituto di ricerca dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – è pubblicato il documento n. 3, del mese corrente, rubricato: “La trasformazione eterogenea: profili civilistici, contabili e fiscali.”. Undici paragrafi spiegano, a carattere generale e nello specifico, la disciplina della trasformazione eterogenea, intesa come l’istituto di cui agli articoli 2500-septies e 2500-octies del Codice civile, in ragione dei quali le Società per azioni, a responsabilità limitata e in accomandita per azioni possono trasformarsi in consorzi, società consortili, società cooperative, comunioni di azienda, associazioni non riconosciute e fondazioni. E viceversa, considerato che la trasformazione eterogenea può, sì, essere progressiva - quando la società di persone si trasforma in società di capitali – pure, però, regressiva - quando la società di capitali si trasforma in società di persone.
Ma la trasformazione deve passare dalla perdita della mutualità, condizione imperativa.
Come si richiede ad ogni buon documento di analisi, l’attenzione del lettore va anche in questo caso ai profili critici che esso individua nella disciplina di riferimento. Ne tratteremo, qui, uno sugli altri manifestato dal documento a firma dell’Istituto (senza contare l’altra criticità, appena espressa, della necessaria perdita di mutualità). Circa la trasformazione progressiva, il documento ricorda come da Codice sia possibile solo se l’ente è riconosciuto. Viceversa, la regressiva è consentita solo in associazioni non riconosciute. Forse si è inteso evitare intenti elusivi, nel rispetto del dpr n. 361/2000, che richiede la verifica della congruità del patrimonio.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".