Varato dal CdM del 19 marzo il Decreto Sostegni da 32 miliardi di euro, che secondo il Premier Draghi è “una risposta significativa alle povertà, al bisogno di imprese e lavoratori”; certo una “risposta parziale, ma il massimo che si poteva fare all’interno di questo stanziamento”. E non resterà la sola risposta, visto che già con il Def di aprile arriverà la richiesta di autorizzazione per un nuovo scostamento.
Il decreto ha confermato le attese della vigilia, con alcune novità che riguardano in primo luogo i contributi a fondo perduto e i prestiti agevolati per le grandi imprese. Le stesse imprese che sono state rassicurate sui tempi rapidi degli aiuti, con pagamenti attesi dall’8 aprile.
Le grandi imprese che versano in una situazione di temporanea difficoltà potranno accedere ad un fondo destinato proprio ai prestiti agevolati, che avrà una dotazione di 200 milioni di euro.
Sono ammesse anche le imprese in amministrazione straordinaria.
I finanziamenti ottenuti si dovranno restituire in cinque anni.
Per l’avvio della nuova misura serviranno, comunque, un decreto attuativo e l’autorizzazione della Commissione Ue.
La vera novità del decreto è rappresentata, però, dal nuovo criterio guida per il calcolo degli aiuti statali alle Partite Iva in difficoltà, che si basa sul confronto fra il “fatturato medio mensile” del 2020 e quello del 2019.
In pratica, per il calcolo dell’ammontare dei nuovi “sostegni” che verranno elargiti, ogni partita Iva dovrà mettere a confronto il volume d’affari del 2020 con quello del 2019, dividendo il risultato per i 12 mesi dell’anno.
A questa base di calcolo, si dovrà poi applicare il criterio percentuale specifico per fascia dimensionale che è pari al:
60% per i fatturati 2019 fino a 100mila euro;
50% fra 100.001 e 400mila;
40% fino a un milione;
30% fino a 5 milioni;
20% fino a 10 milioni.
Questo metodo di calcolo degli aiuti è stato ideato per minimizzare le oscillazioni legate alla stagionalità e alle diversità legate alle chiusure, che soprattutto negli ultimi mesi del 2020 sono state diverse da Regione a Regione. E soprattutto per tener conto della dimensione dei richiedenti.
Il parametro della media mensile, infatti, tiene conto di queste variabili ed è a favore anche delle attività economiche che sono nate nel corso del 2019, per le quali il calcolo andrà sviluppato in relazione alla parte dell’anno in cui erano attive.
Per le start up, cioè le imprese nate nel 2020, vale invece il solito criterio che attribuisce un contributo minimo di mille euro, che sale a 2mila nel caso delle persone giuridiche.
L’aiuto spetta anche ai produttori agricoli a tassazione fondiaria.
Secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate sono attese 3 milioni di domande da parte delle Partite Iva, che saranno gestite tramite la piattaforma telematica predisposta da Sogei.
La procedura di invio e quella relativa ai pagamenti dovrà essere decisa con un provvedimento agenziale di prossima emanazione: si conta di far partire i pagamenti dall’8 aprile e di esaudire le richieste entro fine mese.
I soggetti interessati avranno 60 giorni per presentare la domanda autocertificando la propria condizione; mentre i controlli saranno solo successivi.
Ma la vera novità per i nuovi “sostegni” è che le imprese e i lavoratori autonomi (compresi i forfetari) possono chiedere, per tutto l'ammontare spettante, l'erogazione del contributo o il riconoscimento di un credito d'imposta da utilizzare in compensazione mediante le deleghe «F24».
Nella bozza del decreto è anche specificato in maniera perentoria che, la scelta della modalità di erogazione, se con contributo "in contanti" o con "tax credit", sarà irrevocabile da parte del contribuente.
Pertanto, se si sceglie la via della compensazione, il contribuente beneficiario dovrà verificare di avere un monte imposte e contributi da pagare, eventualmente anche arretrato, al fine di poter liquidare velocemente il credito d'imposta incamerato.
L'opzione si eserciterà presentando apposita comunicazione all'Agenzia delle Entrate, da inviare tramite modalità telematica, entro sessanta giorni dalla data di avvio della procedura da parte dell'Agenzia stessa.
Un capitolo a parte della spesa prevista dal Decreto Sostegni è riservata agli aiuti per le attività montane e quelle legate al turismo invernale.
Le risorse stanziate ammontano a 700 milioni di euro, di cui:
490 milioni saranno destinati ai comuni sulla base dei titoli di accesso agli impianti di risalita nel 2019;
210 milioni saranno ripartiti tra i comuni dello stesso comprensorio sciistico sulla base del fatturato delle attività economiche relative al settore con riferimento al triennio 2017-2019 e tra i maestri di sci sulla base dei ricavi del triennio 2017-2019.
Le somme saranno ripartite dalle Regioni.
Nella bozza del Decreto Sostegni non ci sono novità, rispetto alle anticipazioni, anche per quanto riguarda il differimento della conservazione delle fatture elettroniche relative al 2019 e della dichiarazione Iva precompilata.
Il differimento del termine del processo di conservazione che riguarda non solo le fatture elettroniche, ma anche gli altri documenti informatici di cui all’art. 3 del DM 17 giugno 2014, relativi al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, è fissato al 10 giugno 2021.
Dovrebbe, invece, partire con le operazioni effettuate dal 1° gennaio 2022 la predisposizione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, delle bozze di dichiarazioni annuali IVA precompilate.
Registri IVA e liquidazioni periodiche saranno messe, invece, a disposizione con riferimento alle operazioni effettuate dal 1° luglio 2021.
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