Dl fiscale con fiducia dritto verso il Parlamento. Imbarcato l'equo compenso per tutti i professionisti

Pubblicato il 16 novembre 2017

L'ok in commissione al Senato fa iniziare al Dl fiscale l'iter parlamentare per la conversione, al Senato sarà votata la fiducia.

Le novità più eclatanti per i professionisti: l'equo compenso è per tutte le categorie ed anche quando sono coinvolte le pubbliche amministrazioni; i commercialisti perdono la norma sulle specializzazioni.

Equo compenso

Dunque, non solo gli avvocati avranno diritto all'equo compenso: tutte le libere professioni acquisiscono il diritto a un compenso minimo, che dovrà essere proporzionato alla qualità e quantità del lavoro. Inoltre, tra i committenti che devono rispettare il compenso minimo, oltre alla banca, all'assicurazione, alla grande azienda, entra anche la Pa, a partire dagli incarichi conferiti dopo l’entrata in vigore della legge.

I commenti

Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, la definisce: “Una vittoria per tutti i professionisti...Adesso bisogna monitorare i passaggi successivi e se possibile migliorarlo negli aspetti tecnici”.

Per la presidente Colap, Emiliana Alessandrucci, la norma di principio supera la vergognosa sentenza di Catanzaro.

Commercialisti

Il presidente Cncdec, Massimo Miani, se da un lato si rallegra per l'estensione equo compenso a tutti i rapporti di lavoro autonomo - “la norma costituisce un ineludibile corollario di quella sul divieto di abuso di dipendenza economica previsto nel Jobs act degli autonomi e rafforza le tutele a garanzia dei colleghi, soprattutto di quelli contrattualmente più deboli” - dall'altro è deluso per lo stop decretato all’introduzione delle specializzazioni per i commercialisti: “Purtroppo non si è colta in pieno la portata storica di questo passaggio. ..L’introduzione delle specializzazioni rappresenterebbe la migliore garanzia per una ulteriore crescita della professionalità e delle conoscenze settoriali offerte dalla categoria. Si tratta dunque di un provvedimento con evidenti potenziali effetti positivi per il sistema, non di una scelta figlia di una logica meramente categoriale. Per questi motivi confidiamo che ci sia ancora la volontà politica per recuperare nei prossimi, imminenti passaggi parlamentari l’emendamento”.

Anche Andrea Ferrari, presidente dell’Aidc, in merito alle specializzazioni parla di sconfitta per la categoria, ma punta il dito sulla mancanza di coesione interna alla categoria: “Il tema delle specializzazioni viene percepito in maniera diversa dal Consiglio nazionale e da un’ampia parte della base; l’assenza di un percorso di condivisione da parte dei vertici ha fatto sì che verso le specializzazioni sia maturata una crescente diffidenza. Spero che questa vicenda ci porti sulla strada di un concreto dialogo tra le diverse rappresentanze della categoria”.

Per Enzo De Maggio, presidente Adc, il testo presentava lacune: “Le specializzazioni sono necessarie alla categoria ma l’emendamento sulle Saf (scuole di alta formazione) conteneva due criticità: l’esclusione dei giovani, dato che l’accesso era possibile solo con cinque anni di iscrizione all’albo, e il criterio scelto per dimostrare le competenze acquisite sul campo dai senior”.

Comitato unitario delle professioni (Cup) e della Rete delle professioni tecniche (Rpt)

Da un comunicato congiunto: “Il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete Professioni Tecniche hanno espresso soddisfazione per l’approvazione al Senato di un emendamento al Decreto Legge Fiscale. Appuntamento al 30 novembre al Teatro Brancaccio di Roma per l’evento che sancirà l’unità delle professioni”.

Sono necessari aggiustamenti, dunque la manifestazione si farà.

Resta da chiarire il passaggio nel quale si parla di invarianza di spesa e bisogna specificare meglio le modalità di applicazione alle professioni non regolamentate, dice la presidente Calderone. Bisogna vigilare perché il principio appena introdotto non venga disapplicato dalla Pa, aggiunge il presidente Zambrano.

Sul punto frena Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera: “è un’intenzione pericolosa ...se non ci saranno le idee chiare, sarà meglio non mettere mano al testo”, per non fare danni nel passaggio a Montecitorio.

Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, conclude: “a questo punto è evidente che il mio Ddl è destinato a fermarsi. Viene sostituito da un provvedimento forse meno completo nei contenuti, ma che afferma un principio fondamentale”.

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