Disordine istituzionale senza il Dl di riordino delle province. Ddl stabilità “omnibus”

Pubblicato il 11 dicembre 2012 A causa dei numerosi emendamenti e sub-emendamenti presentati al provvedimento contenente il riordino delle province (D.l. n. 188/2012), la commissione Affari costituzionali del Senato ha preso atto dell'impossibilità di arrivare all'esame del testo in Aula; pertanto, la conversione del decreto legge non sarà attuata e la riforma delle province salterà. Il progetto, si ricorda, comportava la soppressione di 35 enti provinciali, con un risparmio di spesa stimato in 500 milioni di euro.

La conseguenza, secondo uno studio del Dipartimento per le Riforme, della mancata conversione in legge è una “situazione di caos istituzionale”. Infatti, ora si rende urgente studiare un provvedimento che eviti, come prevede l'articolo 23 del “Salva Italia”, il trasferimento delle funzioni delle Province entro la fine dell'anno. Cancellata anche l'istituzione delle città metropolitane.

Oltre al Dl province, a vacillare è anche la conversione del Dl sviluppo-bis, che deve essere approvato entro il 18 dicembre. Ma il cammino è impervio vista la presentazione, alla Camera, di 400 emendamenti. Si prospetta la soluzione di una sua approvazione senza modifiche, mentre eventuali correzioni potrebbero confluire del Ddl stabilità.

E proprio il Ddl stabilità è il punto nevralgico di questa fine legislatura. Da più parti si invita ad una accelerazione per la sua approvazione, che potrebbe arrivare il 21 dicembre. I tempi ristretti impongono di limitare le modifiche. Quasi certamente vi saranno: il trasferimento dell'Imu ai comuni, la rivisitazione della Tobin tax; nuove risorse per la Cig in deroga; malati Sla; misure per terremotati dell'Emilia; ricongiunzioni previdenziali.

Data la situazione politica, è molto probabile che confluiranno nella legge di Stabilità parti di provvedimenti che non è possibile portare ad approvazione: il milleproroghe ed il Dl Salva-infrazioni.

Il correttivo sull'Imu prevede che dal 2013 il gettito su case, negozi e terreni vada interamente ai Comuni, mentre quello sugli immobili della categoria D alle casse statali.

In ultimo, è stata presentata dall'ex ministro Giovanardi (Pdl) una proposta di sanatoria immobiliare, tombale, per cancellare le violazioni compiute in materia di tutela paesaggistica. Ferma la manifestazione di contrarietà da parte dell'opposizione.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Cuneo fiscale 2025: aumenti per pochi

09/01/2025

Cuneo fiscale 2025: cosa cambia

09/01/2025

CCNL Turismo Federturismo - Ipotesi di rinnovo del 21/12/2024

09/01/2025

Turismo Federturismo. Rinnovo

09/01/2025

Progetto “INPS in rete per l’inclusione”

09/01/2025

Redditi illeciti imputabili all'anno in cui se ne acquisisce la disponibilità

09/01/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy