Il Dlgs 38/2005 riconosce che dal periodo d’imposta 2005, la conversione delle poste in valuta ai cambi “a pronti” di fine esercizio è irrilevante dal punto di vista fiscale, sia che origini una perdita che un utile, tanto che il quadro RF di Unico 2006 prevede alcuni righi appositamente inseriti per gestire le corrispondenti variazioni in aumento o in diminuzione al risultato d’esercizio. Questo “disallineamento” civilistico-fiscale sulle poste in valuta per effetto dell’irrilevanza (art. 10 Tuir) della conversione di fine esercizio di crediti e debiti in moneta “non euro”, sta comportando, però, problemi in sede di chiusura di bilancio e calcolo delle imposte. A tal proposito l’agenzia delle Entrate è intervenuta per rispondere a due quesiti di particolare interesse. Il primo riguarda l’adempimento obbligatorio nel quadro RV di Unico, che ricomprende le differenze tra valori civilistici e fiscali degli elementi patrimoniali iscritti in bilancio, delle poste in valuta non ancora incassate/pagate a fine esercizio. Il secondo quesito affronta il problema della irrilevanza a livello fiscale delle perdite o degli utili, nel loro intero ammontare, rilevati prima della data del 31 dicembre 2004: termine che rappresenta il momento a partire dal quale si dovranno effettuare le misurazioni per la determinazione di utili e perdite al momento dell’incasso/pagamento.
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