L'emendamento omnibus al decreto fiscale (Dl 119/2018), con il via della commissione Finanze del Senato, sbarca in Aula.
L'iter parlamentare prevede l'ok definitivo del Senato e il passaggio alla Camera per la seconda e ultima lettura.
Passa ed entra nel testo il sub-emendamento che non permette la sanatoria per l’emersione di patrimoni detenuti all’estero.
Non c'è il “saldo e stralcio” per le cartelle per i contribuenti in difficoltà.
Dunque l'integrativa speciale, che permetteva il condono, è saltata e al suo posto c'è la sanatoria degli errori formali, esclusa per le violazioni del quadro RW, commessi fino al 24 ottobre 2018.
Si potranno regolarizzare – con 200 euro, per ciascun periodo d’imposta a cui si riferiscono le violazioni, in due rate di pari importo entro il 31 maggio 2019 ed entro il 2 marzo 2020 - le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, ai fini dell'Iva e dell’Irap e sul pagamento dei tributi.
La definizione delle liti pendenti prevede il pagamento:
Quanto alla rottamazione-ter, si segnala una correzione del numero di rate, che passano da 10 a 18 sempre da versare entro 5 anni:
Inoltre:
Altre misure che entrano:
Per le imprese che non adottano i principi contabili internazionali, per le Bcc (banche non quotate) e per le assicurazioni, ci sarà la possibilità di valutare – per l’esercizio in corso al momento dell’entrata in vigore del Dl fiscale – i titoli non durevoli del loro patrimonio in base al loro valore di iscrizione, così come risultante dall’ultimo bilancio annuale regolarmente approvato, e non al valore desumibile dall’andamento del mercato.
Per le Bcc non si fa esplicito riferimento alla disciplina della sospensione temporanea delle minusvalenze nei titoli non durevoli, ma si consente che utilizzino i principi contabili nazionali.
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