Ddl Bilancio 2021, nuovi crediti d’imposta e proroga dell’isopensione

Pubblicato il 11 dicembre 2020

Prende sempre più forma il testo del Ddl Bilancio 2021, approvato dal Consiglio dei ministri il 16 novembre 200 e presentato alla Camera il 18 novembre 2020. Tra le novità più interessanti all’art. 185 spuntano nuovi crediti d’imposta:

Tali crediti andranno a sostituire quelli, previsti per il 2020, del 6% per i beni strumentali nuovi (ex super ammortamento), del 40% o del 20% per i beni Industria 4.0 (ex iper ammortamento) e del 15% per quelli immateriali dell’allegato B della legge di Bilancio 2017.

Nuovi crediti d’imposta, da quando decorrono?

Laddove il Ddl Bilancio 2021 confermasse l’introduzione dei predetti crediti d’imposta, questi ultimi spetteranno già a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022. Ciò significa che per un arco temporale, ossia dal 16 novembre al 31 dicembre 2020, è possibile beneficiare, alternativamente, delle due agevolazioni.

Isopensione, proroga di tre anni

Sul fronte previdenziale, prevista anche una proroga di tre anni dell’isopensione per lasciare aperta la possibilità di scivolo alternativa ai contratti d'espansione in versione rafforzata. Dunque lo strumento in scadenza il 31 dicembre 2020 verrà prolungato fino a tutto il 2023.

Si ricorda che l’isopensione consente di anticipare, in caso di crisi aziendale, fino a 7 anni l'età di pensionamento con oneri completamente a carico dell'impresa.

INPGI, estensione degli sgravi

Inoltre, per la cassa di previdenza dei giornalisti (INPGI), si prevede:

Questi interventi impegnerebbero una spesa cumulata di circa 96 milioni nel prossimo quinquennio e vanno letti nella prospettiva di un futuro intervento più strutturale per ridare all'Istituto un equilibrio di bilancio capace di garantire la sostenibilità delle pensioni future.

Casse di previdenza privatizzate, favorire gli investimenti

Infine, si vorrebbero facilitare gli investimenti delle casse di previdenza privatizzate e dei fondi pensione in economia. Per il quinquennio a venire si punta su un credito di imposta del 40% (8% l'anno per cinque anni) degli investimenti in azioni, quote di partecipazione, obbligazioni e titoli di debito emessi da piccole e medie imprese.

Casse e Fondi pensione, nel rispetto delle norme che prevedono determinati vincoli e diversificazione dei portafogli di investimento, potranno dedicare fino al 2% dei loro attivi a questo obiettivo e non superare, su una singola azienda, i 10 milioni.

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