Gli Stati europei possono essere dichiarati responsabili per violazione dei diritti dei cittadini alla loro vita privata, in particolare per non essersi attivati nel combattere la lotta al rumore.
Lo ha stabilito con due sentenze di novembre 2010 la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo condannando due paesi i cui cittadini avevano presentato ricorsi per ottenere soluzioni al problema del rumore che affliggeva la vita quotidiana, creando danni alla salute.
Non essendo riuscite le autorità statali a risolvere i problemi, i cittadini si erano rivolti alla Corte di Strasburgo la quale ha riconosciuto, ai sensi dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la responsabilità dei Paesi per inquinamento acustico che aveva reso invivibile la normale vita quotidiana. In un caso lo stato è stato condannato a risarcire 20.000 euro per danni morali.
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