Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato le Linee guida in materia di intercettazioni di conversazioni, a cui d’ora in avanti le varie Procure potranno ispirarsi per organizzare la propria attività, evitando l’indebita diffusione di dati personali. In tal modo, anticipando di fatto il Parlamento, che sta procedendo a rilento sulla riforma del processo penale, compreso l’aspetto delle intercettazioni.
Le presenti Linee guida, in particolare, suggeriscono una serie di “buone pratiche” non vincolanti; sintesi di prassi e circolari già in uso presso diverse procure, attraverso le quali il Csm ha cercato di individuare le modalità più corrette per l’utilizzo di intercettazioni, a prova di privacy.
Il documento ribadisce, nello specifico, il ruolo centrale del pubblico ministero nella tutela dei dati sensibili, il quale può operare una prima selezione delle conversazioni, dando opportune direttive alla polizia giudiziaria “affinché si proceda alla trascrizione di un sunto o si annoti la mera indicazione di dati estrinseci” nelle conversazioni irrilevanti.
Inoltre il Pm, tra gli atti alla base della richiesta di misure cautelari, potrà selezionare le conversazioni, valutando la rilevanza di quelle contenenti dati sensibili.
Le Linee guida – adottate con Delibera Csm del 29 luglio 2016 – contengono altresì indicazioni sulle intercettazioni di conversazioni di parlamentari e si soffermano sull'opportunità di attivare la c.d. udienza stralcio già dalle indagini preliminari, in modo mirato e non massivo, onde limitare la diffusione di fatti personali.
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