Cpb: nuova finestra di adesione per incrementare il gettito. Date possibili

Pubblicato il 06 novembre 2024

Il Concordato Preventivo Biennale (Cpb) potrebbe riaprire i termini di adesione fino al 10 dicembre 2024, spinto dal pressing di forze politiche e professionisti. La richiesta nasce dal fatto che le adesioni sono state inferiori alle aspettative, con un gettito raccolto di soli 1,3 miliardi di euro rispetto all’obiettivo minimo di 2 miliardi di euro. L’intento è ampliare la platea delle Partite IVA aderenti per rafforzare le entrate fiscali. Il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, si è dichiarato favorevole, condizionando la proroga all'approvazione unanime del Governo e della maggioranza, e alla garanzia che questa misura sostenga effettivamente la finanza pubblica.

Ma vediamo come sono andate le cose finora e perché si è arrivati alla richiesta di una riapertura dei termini del Cpb.

Concordato Preventivo Biennale: pressioni per riaprire i termini

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è un'opportunità offerta dal Fisco alle Partite IVA: accettando una tassazione basata su una percentuale fissa di reddito per i periodi d'imposta 2024 - 2025, i contribuenti ottengono una riduzione dei controlli e altri vantaggi fiscali. Questo strumento è destinato sia ai professionisti con previsioni di redditi superiori a quelli stimati dal Fisco, sia a chi desidera regolarizzare i redditi non dichiarati tra il 2018 e il 2022.

Il Governo ha puntato molto sulle entrate del Cpb per finanziare una riduzione delle aliquote IRPEF, soprattutto a beneficio del ceto medio.

Tuttavia, la scadenza del 31 ottobre 2024 per l’adesione è stata considerata stretta da commercialisti e consulenti, che hanno chiesto più volte una proroga per consentire a più contribuenti di valutare i vantaggi del concordato.

Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, ha recentemente dichiarato che: "Una proroga rappresenterebbe senza dubbio un'opportunità per chi non ha avuto il tempo necessario per valutare la possibilità, per le partite IVA, di trovare un accordo con il Fisco e versare la somma stabilita. Sarebbe anche una chance per coloro che hanno aderito in modo frettoloso di riflettere meglio sulla propria scelta".

Nonostante le richieste, però, il Governo ha deciso di mantenere la scadenza originaria per non alterare la campagna dichiarativa del 2024, riservandosi la possibilità di riaprire i termini successivamente.

Da ciò è derivato lo sciopero proclamato dai dottori commercialisti ed esperti contabili fino al 7 novembre 2024, proprio per sottolineare l’inadeguatezza del termine del 31 ottobre 2024.

Cpb: Governo valuta una riapertura per raggiungere gli obiettivi di gettito fiscale

Il Governo non ha accolto la richiesta di prorogare la scadenza del 31 ottobre 2024 per aderire al Concordato Preventivo Biennale (CPB), ma, come dichiarato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, è in valutazione l’apertura di una nuova finestra fino al 10 dicembre 2024 per incentivare ulteriori adesioni tra le Partite IVA.

Il numero di contribuenti che hanno finora aderito è ben al di sotto delle attese, con una partecipazione attuale di circa 522.000 soggetti su un potenziale di 4,5 milioni. Di questi, 403.000 appartengono al gruppo Isa (soggetti con Indicatori Sintetici di Affidabilità), mentre 119.000 sono forfetari, i quali possono scegliere l’opzione solo per un anno. Questo ha prodotto un gettito complessivo di circa 1,3 miliardi di euro, contro i 2 miliardi previsti dal governo.

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato i risultati affermando che, poiché l’Esecutivo aveva preventivamente stimato entrate pari a zero per prudenza, ogni somma raccolta sarà comunque ben accolta. Secondo Confartigianato, tra le imprese oggetto di sondaggio (circa 46.000), solo il 18% aveva aderito, con una previsione di crescita fino al 23%. L’obiettivo principale del CPB, ossia una maggiore compliance fiscale, ha coinvolto circa 160.000 soggetti Isa che, pur partendo da un punteggio di affidabilità fiscale insufficiente, hanno deciso di migliorare, raggiungendo voti pari a 8 o superiori. Le entrate per l’Erario, quindi, si distribuiscono in 425 milioni di euro per il 2024 e 865 milioni per il 2025, dati che suggeriscono la necessità di incentivare ulteriormente l’adesione per raggiungere i target fiscali attesi.

Concordato preventivo: nuova finestra fiscale fino a dicembre con decreto legge

L’ipotesi di riaprire i termini del Concordato Preventivo Biennale si fa sempre più concreta, ma non sotto forma di una semplice proroga della scadenza del 31 ottobre 2024. Si tratta, invece, di una nuova finestra temporale, distinta e indipendente, che permetterà a imprese e Partite IVA di avere più tempo per valutare l’adesione alla proposta del Fisco.

Il dossier è già stato trasmesso a Palazzo Chigi, dove si attende una decisione definitiva. Il piano prevede l’introduzione di un decreto legge per riaprire i termini fino al 10 dicembre 2024, con l’intento di successivamente incorporarlo come emendamento nel DL n. 155/2024, attualmente in discussione al Senato.

Questa nuova finestra consentirebbe di effettuare i conteggi degli incassi separatamente, contribuendo a incrementare il gettito fiscale complessivo senza alterare le entrate già registrate con la scadenza originaria.

NOTA BENE: Si è scelto di utilizzare lo strumento del decreto legge per riaprire i termini del Concordato Preventivo Biennale al fine di garantire un'azione rapida e offrire il maggior tempo possibile alla platea di soggetti ISA e forfetari. Molti contribuenti, infatti, sono rimasti indecisi fino all’ultimo, poiché non disponevano di un quadro chiaro sui vantaggi e svantaggi dell’adesione.

Il decreto legge per la riapertura dei termini del Cpb ha subito un lieve rinvio. Inizialmente si prevedeva un Consiglio dei ministri straordinario per l’esame del decreto, strutturato in un unico articolo, ma l’approvazione è stata rimandata al prossimo Consiglio dei ministri, fissato per il 12 novembre 2024.

Cpb, le possibili date della nuova finestra

Sono in discussione diverse opzioni per definire il termine della nuova finestra di adesione al Concordato Preventivo Biennale. Inizialmente si era pensato di fissare la scadenza al 10 dicembre 2024, ma con il rinvio del Consiglio dei ministri al 12 novembre, si ipotizza ora una proroga fino al 15 dicembre 2024, offrendo più tempo ai contribuenti per valutare l’adesione.

Un'ulteriore possibilità è quella di estendere il termine fino al 31 dicembre 2024, in modo da chiudere l’anno fiscale con una maggiore partecipazione al concordato e massimizzare il gettito per il 2024.

NOTA BENE: Con ulteriori due mesi per le adesioni, proseguirebbe anche la campagna "Fisco amico" promossa da Palazzo Chigi, che mira a incentivare l’emersione dell’evasione fiscale attraverso l’approccio morbido degli adeguamenti volontari.

Riapertura Cpb, le condizioni per aderire

Per aderire al Concordato Preventivo Biennale nella nuova finestra, saranno richieste alcune condizioni precise.

In primo luogo, potranno partecipare solo i contribuenti che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2023 entro il 31 ottobre 2024, ma non hanno aderito al concordato.

Questo requisito si applica anche alla trasmissione telematica del modello Redditi e dell’Irap, obbligatoria per alcuni contribuenti.

Inoltre, è stato evidenziato un disallineamento con la scadenza per il primo acconto, fissata al 30 novembre ma slittata al 2 dicembre 2024 per effetto del calendario fiscale. I contribuenti che aderiscono dopo il 2 dicembre, quindi, fino al termine ipotetico del 10 dicembre 2024, non includerebbero l’acconto calcolato secondo il concordato e potrebbero dover pagare entro il 10 dicembre con una sanzione per il ritardo. Questa penalità rappresenterebbe un ravvedimento operoso per gli acconti versati oltre il termine previsto.

Cndcec proposta per l’utilizzo degli incassi del concordato

Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha proposto di utilizzare i fondi raccolti con il Concordato Preventivo Biennale per estendere il secondo scaglione IRPEF fino ad un reddito imponibile di 56 mila euro, portando benefici fiscali diretti al ceto medio. L’operazione, che comporterebbe una riduzione dell’aliquota per i contribuenti tra 50 e 56 mila euro, garantirebbe un risparmio massimo di 480 euro per chi si colloca al limite superiore di questo scaglione, con un costo complessivo stimato di 1,2 miliardi di euro.

La proposta, compatibile con le stime di gettito attuale del CPB di circa 1,3 miliardi, è pensata per agevolare quei contribuenti che spesso restano esclusi dalle riduzioni fiscali, spostandoli dall’aliquota del 43% al 35%.

In una fase iniziale, il Consiglio dei Commercialisti aveva suggerito di portare il secondo scaglione IRPEF fino a 70 mila euro, il che comporterebbe un beneficio fino a 1.600 euro e costi complessivi di 3,3 miliardi di euro, coinvolgendo 2,8 milioni di contribuenti. Tuttavia, considerando le risorse attualmente disponibili, si è preferito suggerire un innalzamento graduale, partendo dalla soglia dei 56 mila euro.

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