Convegno giovani commercialisti, le proposte per gli investimenti in cultura

Pubblicato il 03 ottobre 2015

Mantova ha ospitato, dal 1° al 3 ottobre 2015, il 54° Convegno nazionale dell'Ungdcec dal titolo “Valore alla cultura. La professione tra arte, business, creatività, start-up” .

L'ultima giornata si è chiusa con l'Assemblea nazionale dell'Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, i quali hanno colto l'occasione per presentare una serie di proposte al Governo per rilanciare gli investimenti in cultura.

In particolare, l'Unione nazionale, guidata da Fazio Segantini, e la Fondazione centro studi Ungdcec, guidata da Pier Luigi Marchini, hanno presentato alla sessione un documento dal titolo «Le proposte Ungdcec per il rilancio del binomio Business & Cultura», che si concentra su due temi principali:

Fiscalità per beni culturali

Nel dettaglio, le proposte avanzate in tema di fiscalità si concentrano soprattutto sull'agevolazione conosciuta con il nome di “Art bonus”.

Sottolineando il processo burocratico “troppo articolato” per beneficiare del credito d'imposta, al fine di stimolarne la diffusione, i giovani commercialisti propongono di partire dall'utilizzo delle modalità di comunicazione dell'operazione ex post già previste e rodate per le erogazioni liberali ex art. 100, comma 2, lettera m), “che prevedono una comunicazione molto semplice a cura di donante e beneficiario da inviarsi entro il 31 gennaio dell'anno successivo all'erogazione effettuata, adottando il criterio di cassa”.

Analogamente per rilanciare il settore cultura, viene richiesto il riconoscimento delle spese di sponsorizzazione tra le spese di pubblicità in modo univoco, “in quanto le ultime sentenze della Cassazione stanno invece assimilandole a quelle di rappresentanza con conseguenti perdite di efficacia soprattutto in merito all'inerenza”.

Pertanto, i giovani commercialisti attendono al riguardo una “precisa indicazione” da parte del Ministero dei beni culturali.

Inoltre, si richiede anche di introdurre un meccanismo di deducibilità secca del costo dell'opera d'arte acquistata in Italia mediante i principali operatori del mercato (gallerie o case d'asta), o ancora prevedere meccanismi non automatici di inserimento degli investimenti culturali quali indicatori di redditività ai fini del redditometro.

Start-up e industrie culturali

Il documento dei giovani commercialisti si dedica, poi, anche alle start-up culturali e creative, alla luce dell'attuale normativa relativa alle start-up innovative e agli incubatori certificati.

Si richiede, a tal proposito, la proroga degli incentivi previsti in scadenza per il 2016, oltre alla necessità di creare incentivi specifici per gli spin off.

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