Contro la nuova geografia giudiziaria lettera aperta degli avvocati Anai al ministro Cancellieri

Pubblicato il 07 maggio 2013 Con lettera aperta del 6 maggio, l'Associazione nazionale avvocati italiani (Anai) si è rivolta al nuovo ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, per illustrare i motivi per cui ritiene incostituzionale la normativa sulla revisione della geografia giudiziaria.

In primo luogo, l’articolo 1 secondo comma della Legge n. 148/2011 di conversione, con modificazioni, del Decreto legge n. 138/2011, costituirebbe una norma eterogenea ed “intrusa” rispetto all’oggetto e alla finalità del Decreto, spezzando il legame logico-giuridico “tra la valutazione fatta dal Governo dell’urgenza del provvedere ed i provvedimenti provvisori con forza di legge”.

Ulteriore palese illegittimità costituzionale sarebbe ravvisabile nella violazione degli articoli 70 e 72, commi 1 e 4, della Costituzione poiché, col maxi emendamento alla legge di conversione sarebbe stato stravolto il testo del Decreto legge originario, modificato il titolo dell’originario disegno di legge nonché introdotta la delega al Governo in tema di geografia giudiziaria.

Risulterebbe violata, altresì, la medesima Legge 148/2011 in quanto la revisione della geografia giudiziaria comporterebbe fortissimi oneri di spesa da parte dello Stato con aggravi della finanza pubblica.

Senza contare – conclude l’Anai a mezzo del suo presidente, Maurizio de Tilla - la violazione degli articoli 3, 24 comma 2 e 111 comma 2 della Costituzione “perché la revisione della geografia giudiziaria (31 Tribunali minori e tutte le 220 Sezioni distaccate) rende difficoltoso l’esercizio del diritto di difesa e della tutela giurisdizionale e ciò sia nella considerazione assoluta di tali diritti, sia in relazione alle condizioni di parità”.
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