CONTRO il decreto legge n. 223/2006 – che non tiene conto della professionalità che Dottori Commercialisti e Ragionieri hanno “prestato” alla pubblica amministrazione; che dispone ulteriori gravosi adempimenti (privi di reale efficacia) a carico dei Dottori commercialisti e dei Ragionieri, che si tradurranno in ulteriori costi per imprese e contribuenti; che non tiene conto che già da tempo a Dottori Commercialisti e Ragionieri è consentito derogare alle Tariffe minime (che per i primi non sono neppure aggiornate, a differenza di quanto avvenuto per numerose altre categorie) ed effettuare forme di pubblicità informativa; che non tiene conto che da tempo Dottori Commercialisti e Ragionieri hanno previsto, per i loro iscritti, l’obbligo della formazione permanente; che non considera che Dottori Commercialisti e Ragionieri non beneficiano di esclusive (quindi assolutamente privo di senso risulta parlare di liberalizzazione per categorie professionali, quali quelle economico-contabili, che sono quanto di più libero possa esistere,) salvo riconoscere la valenza pubblicistica delle professioni economico-contabili - l’Associazione italiana Dottori Commercialisti (A.D.C., già A.D.C. Milano), l’Associazione Nazionale Dottori Commercialisti (A.N.Do.C.), l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti (UNGDC), confermano l’adesione allo stato di agitazione permanente decretato, condividendo e conformandosi a quanto proposto dalle principali associazioni sindacali di categoria (ADC, A.N.Do.C., SNRC, UNAGRACO, UNGDC).
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