Commercialisti schiacciati dalla routine

Sono quasi 100mila i dottori commercialisti e i ragionieri che, anche se lontani ancora dal problema dell’iscrizione all’Albo unico, si trovano a dovere affrontare sempre di più la concorrenza di chi esercita senza essere iscritto ai rispettivi Ordini. Non contando le numerose modifiche apportate negli ultimi mesi al diritto societario e fallimentare e le novità in tema di Ias e bilanci consolidati che hanno reso l’esercizio della professione sempre più rigida, mentre la consulenza d’impresa resta un privilegio solo di pochi. Da non dimenticare poi le nuove competenze acquisite per la compilazione dei 730 (assistenza fiscale), che pongono commercialisti e ragionieri in diretta concorrenza con i tributaristi; nel contempo aumentano le lamentele anche per le inefficienze e i difficili rapporti soprattutto con amministrazione. Notevole appare, inoltre, il divario tra Nord e Sud se si analizza la densità di commercialisti e ragionieri nelle diverse città d’Italia, così come evidente è anche il distacco in termini di redditi, cosa che preoccupa soprattutto se si pensa alla folta schiera di giovani che si stanno avvicinando alla professione.

Intanto le novità in materia non accennano a diminuire, a testimonianza della vivacità dell’intera categoria. E’ stato firmato ieri a Roma l’atto costitutivo del Consorzio tra i Consigli nazionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri per la gestione amministrativa del Registro dei revisori contabili. Il Dl 28/06 ha infatti attribuito al nuovo Albo unico, nel quale confluiranno dottori e ragionieri, l’incarico di gestire il Registro dei revisori e quello dei praticanti. La gestione del Registro passerà ai due Consigli dal 1° ottobre. Per tali ragioni è stato costituito il Consorzio come “congiunta unità organizzativa” con caratteristiche di autonomia organizzativa, strumentale e operativa rispetto agli Albi professionali.