Commercialisti, necessario rinvio versamenti fiscali

Pubblicato il 20 giugno 2022

Partito il pressing dei commercialisti per richiedere il differimento del termine di versamento delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, dell’Irap e dell’Iva in scadenza il 30 giugno.

La richiesta è stata avanzata dal presidente del Cndcec, Elbano de Nuccio, con una lettera che è stata inviata al Ministero dell’Economia e all’Agenzia delle Entrate.

Le recenti modifiche normative che si sono concentrate negli ultimi giorni – si pensi a quella riguardante gli adempimenti legati all'autodichiarazione degli aiuti Ue dello scorso 15 giugno – hanno fatto sì che, anche quest’anno, la proroga al 30 giugno delle scadenze dei versamenti fiscali per i soggetti Isa non appaia sufficiente.

Così, anche se il Dpcm con il tradizionale rinvio dei termini sembra essere pronto, e in attesa solo della sua ufficializzazione, i commercialisti sono intervenuti a sottolineare l’importanza del rinvio.

Negli ultimi anni, infatti, il rinvio del termine per il versamento delle imposte è divenuto quasi una consuetudine ed è sempre stato concesso pochi giorni prima dello spirare della scadenza.

Nelle motivazioni della categoria si legge, quindi, della necessità di “un intervento che disponga, con il necessario anticipo rispetto all’attuale scadenza, la proroga al 20 luglio 2022 del termine di versamento delle imposte risultanti dalle dichiarazioni, con possibilità di versamento delle stesse entro il 20 agosto 2022 maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo”. 

Il rinvio viene richiesto “al fine di consentire ai contribuenti e ai commercialisti che li assistono di effettuare l’adempimento senza affanni e con la dovuta diligenza professionale, nell’ottica di favorire la compliance e razionalizzare il calendario fiscale”. 

Infatti, è stato evidenziato come quest’anno l’attività di elaborazione e compilazione delle dichiarazioni dei redditi e dell’Irap, funzionale al calcolo del saldo delle imposte dovute per il periodo d’imposta 2021 e del primo acconto relativo al periodo d’imposta 2022, sia in considerevole ritardo a causa, tra l’altro, di alcune contingenze che hanno imposto il differimento della messa a disposizione degli strumenti necessari per l’adempimento.

Per esempio:

Tutto ciò non senza ripercussioni anche sul lavoro delle software house, che hanno dovuto ritardare il rilascio agli studi professionali degli applicativi necessari per l'elaborazione delle dichiarazioni.

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