Scaturisce da un questionario sottoposto a quasi 6mila commercialisti (nel periodo 14-31 gennaio 2019), il documento Cndcec/Fnc che mette in fila le criticità di Civis e le proposte di soluzione.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti informa che ha già posto all’attenzione dell’agenzia delle Entrate, nell’ambito del tavolo tecnico istituzionale, le indicazioni e i suggerimenti provenienti da tutto il territorio nazionale per rendere i servizi di assistenza fiscale forniti tramite Civis più efficienti e attrattivi.
Dall’indagine su cui si basa il lavoro “Proposte migliorative dei servizi telematici CIVIS” (datato 14 settembre 2019), è emersa una generale approvazione dello sportello telematico in merito alla fruibilità e alla chiarezza dei servizi messi a disposizione, ma la piattaforma potrebbe fare di più.
Civis funziona, infatti, per pratiche molto semplici (come, per esempio, la modifica di errori di codici in alcuni modelli di pagamento telematico), ma non risolve situazioni di media o bassa complessità (ad esempio abbinamenti relativi a problematiche del modello 770, talune tipologie di dichiarazioni integrative, etc.). In moltissimi casi si deve ricorrere all’intervento del funzionario dello sportello locale la risoluzione di pratiche respinte da Civis.
Tra le criticità esposte si cita quella che riguarda la mancanza di un funzionario di riferimento. Questa è la lamentela maggiormente richiamata nelle risposte di miglioramento del servizio emerse dal sondaggio (in tal senso quasi un commercialista su tre). Troppo spesso, la pratica viene archiviata come “non elaborabile” a livello Civis, con l’unica alternativa di recarsi allo sportello. L’anonimato, a volte, può prestare il fianco a troppa leggerezza nell’approfondimento della problematica da parte di qualche funzionario Civis.
La proposta: individuazione nominativa del funzionario che elabora l’istanza telematica con indicazione di una mail di riferimento per permettere l’interazione fra il funzionario e il commercialista. In tal caso sarebbe possibile anche lo scambio di ulteriori documenti (che potrebbero essere presentati tramite Pec o con firma digitale). Si ritiene inoltre che l’individuazione nominativa del funzionario scoraggerebbe i comportamenti non allineati alle “best practice” cui anche l’Agenzia delle Entrate mira.
Sei gli aspetti specifici posti all’attenzione degli iscritti all’Albo:
Leggendo i dati risulta che l’utilizzo di Civis è principalmente legato all’assistenza sulle comunicazioni di irregolarità (88%) e sulle modifiche delle deleghe F24 (58%), segnalando come la facilità di accesso al sito internet sia abbastanza apprezzata dal 40% dei commercialisti con l’eccezione dell’autotutela locazioni che appare invece meno intuitiva e fruibile.
Nel documento è avanzato l’auspicio di una progressiva evoluzione dello strumento Civis verso la forma di uno “sportello telematico” specificamente dedicato ai commercialisti, sul modello di quanto già accade con lo sportello del Registro delle Imprese gestito dalle Camere di Commercio.
In quest’ottica lo sportello “fisico” verrebbe utilizzato solo per limitate procedure cui si possa accedere principalmente per pratiche per le quali, vista l’effettiva complessità di analisi, si reputi necessario l’accesso alla direzione provinciale di riferimento.
È proposta, infine, all’Agenzia delle entrate l’organizzazione, in collaborazione, della formazione specifica al fine di massimizzare l’utilizzo di questo mezzo e stimolarne così ulteriormente l’implementazione da parte dell’amministrazione finanziaria.
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