Cndcec e la riforma del Terzo Settore

Pubblicato il 13 aprile 2018

Dal consigliere nazionale dei commercialisti, Maurizio Postal, nel corso del convegno a Roma “La riforma del Terzo Settore: stato di attuazione e tematiche professionali”, il monito: “La riforma del Terzo settore costituisce un passaggio culturale fondamentale per il movimento no profit in Italia. L’iter normativo è in buona parte completo. Alcuni delicati passaggi devono però ancora essere definiti e le decisioni rettificative e di completamento della riforma contribuiranno a determinare per molti aspetti il giudizio sulla riforma stessa”.

Da parte del Cndcec sono giunte, spiega Postal, proposte di correttivi, sia al Codice unico del Terzo settore, sia ad altre disposizioni correlate che potrebbero, con poche modifiche, fornire aggiustamenti tecnici di coordinamento tra le varie previsioni in essere, eliminando alcune contraddizioni emerse dall’analisi complessiva del disposto.

Interpretazioni condivise

L'auspicio della categoria è che taluni elementi connessi al comportamento da mantenere nel periodo transitorio possano trovare un pacifico trattamento per mezzo di interpretazione condivise.

Non meno importante è il completamento, nel miglior modo possibile e nei tempi previsti alla creazione, del Registro unico nazionale del Terzo settore: “uno strumento di trasparenza per tutti i soggetti che a diverso livello sono coinvolti nel movimento del no profit”, conclude Postal.

Sul punto, dal lato ministeriale un'ammissione: Il Registro unico del Terzo settore arriverà, realisticamente, “non prima della fine dell’anno”. Così Alessandro Lombardi, a capo della Direzione generale del Terzo settore e della Responsabilità sociale delle imprese del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Il presidente Cndcec Miani chiama a raccolta i professionisti

“Non vi è dubbio – dichiara Miani - che i professionisti siano particolarmente coinvolti nella gestione del Terzo settore. Non è un caso, peraltro, che il convegno sia aperto dai rappresentanti anche del Consiglio nazionale forense e del Consiglio nazionale del notariato, con cui abbiamo creato recentemente anche un percorso di sviluppo comune con la nascita dell’associazione Economisti e giuristi insieme”.

In merito al percorso della riforma spiega che talune proposte emendative avanzate dal Consiglio nazionale sono state recepite, ma su alcuni aspetti dovranno essere fatte delle necessarie modifiche. Ad esempio, non è possibile che la revisione legale sia svolta da un organo collegiale non composto integralmente da revisori legali: la norma europea di riferimento richiede che la revisione legale possa essere effettuata solo da soggetti abilitati.

Nell'annunciare eventi formativi e corsi di approfondimento, il presidente Miani anticipa la predisposizione di linee guida tecniche.

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