Cfc, aliquota al 33% con imponibili azzerati

Pubblicato il 13 giugno 2008

In occasione dell’evento Map del 5 giugno scorso, l’agenzia delle Entrate ha rilasciato alcune precisazioni in merito alle imprese Cfc. In particolare due sono chiarimenti riportati nell’articolo.

Circa l’aliquota media sostitutiva per redditi derivanti da imprese controllate o collegate residenti in paesi a fiscalità privilegiata si è chiesto quale fosse la procedura da attuare per calcolare l’imposta. L’agenzia nel ricordare la necessita di compilare i quadri FC e RM del modello Unico 2008 per calcolare il reddito imponibile complessivo della controllata estera e della quota da tassare in capo alla controllante ha sottolineato che il soggetto residente non beneficia di particolari norme agevolative per l’Ires, perciò l’aliquota per tassare il reddito trasparente è del 33% e non del 27%. In tal caso, infatti il richiamo all’articolo 167 del Tuir, che riporta l’aliquota del 27%, rappresenta solo la soglia minima per l’aliquota della tassazione separata e non per la percentuale media di imposizione. Pertanto, i contribuenti dovranno applicare ai redditi esteri l’aliquota del 33% anche se la tassazione ordinaria è pari a zero a causa di perdite di esercizio correnti o pregresse.

In merito alla questione della deduzione delle prestazioni professionali rese da soggetti domiciliati in Paesi black list è stato chiesto quale documentazione esibire per l’esecuzione di una perizia da parte di un professionista residente in uno di questi Stati. Le Entrate riconoscono che per provare l’effettività dell’attività professionale svolta è necessario dimostrare sia la concretezza della prestazione sia la sua connessione con un’attività svolta dal professionista nel Paese in questione e, soprattutto, si deve trattare di un’attività radicata sul territorio e svolta attraverso una struttura organizzativa fissa e funzionante, oltre ovviamente a dimostrare l’unicità del servizio reso.

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