Certificazione delle competenze, il ruolo dei fondi interprofessionali

Pubblicato il 09 agosto 2024

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 185 dell’8 agosto 2024 il decreto del 9 luglio 2024 con cui il Ministero del lavoro disciplina i servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze acquisite dai lavoratori.

La grande novità del decreto consiste nel ruolo svolto dai fondi interprofessionali per la formazione continua e dal fondo bilaterale per la formazione e l’integrazione del reddito Formatemp, che saranno abilitati a certificare le competenze acquisite dai lavoratori attraverso percorsi di formazione scelti e organizzati dai datori di lavoro e finanziati dai fondi stessi.

Vediamo nel dettaglio.

Certificazione delle competenze: procedure di validazione

Il decreto ministeriale del 9 luglio 2024 stabilisce che la certificazione delle competenze deve essere effettuata in conformità con gli standard minimi di sistema e di processo definiti dal quadro normativo vigente, garantendo così un approccio uniforme e di qualità elevata su tutto il territorio nazionale.

Le procedure di validazione sono state pensate per essere rigorose e trasparenti, proprio per assicurare che solo le competenze effettivamente acquisite vengano riconosciute e certificate.

Inoltre, il decreto promuove l'interoperabilità tra gli enti pubblici titolari del sistema nazionale di certificazione delle competenze, facilitando lo scambio di informazioni e il riconoscimento reciproco delle qualificazioni tra diversi settori e regioni.

Tutto ciò, allo scopo di creare un sistema integrato e coerente per la certificazione delle competenze che possa supportare la crescita professionale dei lavoratori e rispondere alle esigenze del mercato del lavoro in continua evoluzione.

Benefici per lavoratori e imprese

Benefici significativi dunque, sia per i lavoratori che per le imprese.

Per i lavoratori, la certificazione delle competenze rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare la propria posizione nel mercato del lavoro.

Attraverso il riconoscimento ufficiale delle competenze acquisite, i lavoratori possono infatti dimostrare in modo tangibile le proprie capacità, aumentando così le opportunità di impiego e di avanzamento di carriera, in un’ottica di flessibilità sempre più emergente nel mercato del lavoro.

Le imprese, d'altra parte, traggono vantaggio dalla possibilità di accedere a un “serbatoio” di lavoratori le cui competenze sono certificate e conformi a standard riconosciuti a livello nazionale; di conseguenza, viene facilitato il processo di selezione del personale, riducendo i rischi legati all'assunzione e migliorando l'efficienza operativa.

Inoltre, le imprese possono utilizzare il sistema di certificazione delle competenze per progettare percorsi di formazione interna più mirati, migliorando così la produttività e la competitività sul mercato.

Un altro vantaggio per le imprese è la possibilità di ottenere incentivi e supporti governativi destinati a quelle realtà che investono nella formazione e nella certificazione delle competenze dei propri dipendenti: questo non solo contribuisce a una forza lavoro più qualificata e motivata, ma rafforza anche la reputazione dell'azienda come realtà attenta allo sviluppo professionale del proprio personale.

Ambito di applicazione

L'articolo 1 del decreto del 9 luglio 2024 definisce chiaramente l'oggetto e l'ambito di applicazione della normativa, concentrandosi sulla regolamentazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze.

Il decreto si applica dunque alle qualificazioni di titolarità del ministero del lavoro; i servizi di certificazione delle competenze sono resi operativi attraverso schemi specifici, adottati con il supporto dell'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP).

Questi schemi sono approvati tramite decreto direttoriale del Ministero, previa consultazione con un gruppo tecnico di esperti.

Il decreto specifica inoltre che sono esclusi dal campo di applicazione i servizi non correlati agli interventi e ai percorsi previsti, così come quelli promossi da altri enti pubblici non titolari.

Repertorio delle qualificazioni

Il repertorio delle qualificazioni, oggetto dell’articolo 3 del decreto, rappresenta un elemento centrale per l'attuazione del sistema di certificazione delle competenze, in quanto comprende le qualificazioni di titolarità del ministero e si configura come uno strumento dinamico che raccoglie e classifica le competenze riconosciute a livello nazionale.

Il repertorio è costituito da micro qualificazioni definite in base ai singoli risultati attesi e specificate nelle relative schede operative, permettendo così di monitorare e aggiornare costantemente le qualificazioni in base alle esigenze del mercato del lavoro, assicurando che le competenze certificate siano sempre rilevanti e aggiornate.

Inoltre, il decreto prevede l'inclusione di competenze riferite ai principali quadri europei di riferimento, come il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) e il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Competenze Digitali (DigComp), con un approccio integrato che facilita il riconoscimento delle qualificazioni a livello europeo, aumentando la mobilità dei lavoratori e l'accessibilità al mercato del lavoro internazionale.

Enti titolari delegati e standard minimi

Enti titolari delegati

Per quanto riguarda gli enti titolari delegati, cioè i soggetti incaricati di gestire e implementare i servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze, il decreto individua tre principali categorie:

Standard minimi di sistema

Gli standard minimi di sistema che devono essere rispettati dagli enti titolari delegati nell'erogazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze, per garantire un livello omogeneo di qualità e affidabilità su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dall'ente responsabile della certificazione.

Gli standard minimi di sistema riguardano diversi aspetti del processo di certificazione, tra cui:

Standard minimi di processo

Gli standard minimi di processo, che devono essere seguiti dagli enti titolari delegati per garantire un'adeguata certificazione delle competenze, assicurano che l'intero processo di individuazione, validazione e certificazione sia condotto con rigore, trasparenza e coerenza su tutto il territorio nazionale.

Il decreto specifica che le procedure operative devono essere infatti chiaramente definite e allineate agli obiettivi di apprendimento o ai risultati attesi, come stabilito dagli standard di qualificazione identificati nell'articolo 3.

Gli enti titolari delegati devono quindi assicurarsi che, sin dalle fasi iniziali della programmazione e progettazione degli interventi, gli obiettivi siano chiaramente descritti e riferiti agli standard di qualificazione pertinenti.

Standard minimi di attestazione

L'articolo 7 del decreto del 9 luglio 2024 si focalizza invece sugli standard minimi di attestazione, ovvero i requisiti che devono essere rispettati per il rilascio, la conservazione e la registrazione delle attestazioni di competenza.

Le attestazioni rilasciate devono infatti essere conformi a standard minimi definiti nel quadro normativo e devono essere rese in formato digitale aperto per garantire la massima trasparenza e accessibilità delle informazioni, facilitando l'integrazione delle attestazioni nel fascicolo elettronico del lavoratore.

Le attestazioni devono essere sottoscritte con firma digitale e conservate digitalmente presso gli enti titolari delegati o gli enti titolati che le hanno rilasciate.

Inoltre, le attestazioni devono essere registrate nel sistema informativo unitario delle politiche attive del lavoro, secondo le modalità e gli standard di conferimento definiti nelle Linee guida SNCC, registrazione essenziale per il monitoraggio e la valutazione dell'efficacia del sistema di certificazione e per l'implementazione del fascicolo elettronico del lavoratore.

Il ruolo delle Regioni

Ogni Regione, in collaborazione con le Province autonome di Trento e Bolzano, ha la possibilità di integrare il sistema di certificazione delle competenze con i propri repertori regionali, utilizzando però il repertorio nazionale come riferimento complementare.

Le differenze territoriali possono infatti manifestarsi nella varietà dei settori economici predominanti in ciascuna regione, nelle specifiche esigenze formative e nei livelli di sviluppo delle infrastrutture di formazione e certificazione.

Il decreto promuove inoltre la cooperazione tra enti regionali e nazionali, favorendo la creazione di reti territoriali per la condivisione di buone pratiche e l'armonizzazione dei processi di certificazione.

FAQ

1. Quali sono gli obiettivi principali del decreto del 9 luglio 2024? L'obiettivo principale del decreto è garantire che le competenze acquisite dai lavoratori attraverso varie forme di apprendimento siano ufficialmente riconosciute e certificate, migliorando così la trasparenza e la portabilità delle qualificazioni nel mercato del lavoro.

2. Quali sono gli enti responsabili della certificazione delle competenze? Gli enti titolari delegati responsabili della certificazione delle competenze includono fondi interprofessionali, l'Unione Nazionale delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, e Sviluppo Lavoro Italia S.p.a. Ogni ente opera in specifici ambiti di competenza, come definiti nel decreto.

3. Quali sono gli standard minimi di sistema che devono essere rispettati dagli enti delegati? Gli standard minimi di sistema includono la regolamentazione e organizzazione dei servizi, l'accreditamento degli enti erogatori, il monitoraggio continuo e la vigilanza sui servizi di certificazione. Questi standard garantiscono che il processo di certificazione sia uniforme e di alta qualità su tutto il territorio nazionale.

4. Come vengono definite le procedure operative per la certificazione delle competenze? Le procedure operative sono definite secondo gli standard minimi di processo stabiliti dal decreto. Queste procedure includono la definizione chiara degli obiettivi di apprendimento, il monitoraggio continuo e la riduzione dei carichi amministrativi per garantire un processo efficiente e trasparente.

5. Quali sono i requisiti per l'attestazione delle competenze? Le attestazioni delle competenze devono essere rilasciate in formato digitale, firmate digitalmente e conservate adeguatamente. Inoltre, devono essere registrate nel sistema informativo unitario delle politiche attive del lavoro, garantendo così la loro accessibilità e integrità nel tempo.

6. Come verrà implementato il decreto nelle diverse regioni italiane? L'implementazione del decreto nelle diverse regioni terrà conto delle specificità territoriali. Le regioni potranno integrare il sistema nazionale con i propri repertori regionali e cooperare con gli enti locali per garantire che i servizi di certificazione siano adeguati alle esigenze specifiche del territorio.

7. Quali sono i vantaggi per le imprese? Le imprese possono beneficiare del decreto accedendo a una forza lavoro le cui competenze sono ufficialmente certificate. Questo facilita il processo di selezione del personale e migliora l'efficienza operativa. Inoltre, le imprese possono ottenere incentivi investendo nella formazione e certificazione delle competenze dei propri dipendenti.

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