C'è l'accordo Casse-Inps. Sbloccato il pagamento delle pensioni con cumulo gratuito

Pubblicato il 29 marzo 2018

L’assemblea dei presidenti delle Casse dei professionisti ha approvato all’unanimità lo schema di convenzione sulle pensioni in cumulo, modificato in accordo con l’Inps.

Ora tocca alle singole Casse, una per una, aderire alla convenzione.

A darne conto il il Comitato Cumulo e Casse professionali (www.cumuloecasseprofessionali.it) e l'Adepp, con una nota sul sito.

“Quella di pagare immediatamente le pensioni – chiosa il presidente dell’Adepp, Alberto Oliveti - è una scelta saggia che sostenevamo da tempo. Prima si soddisfano le legittime esigenze degli aventi diritto e poi, valutando insieme l’andamento delle pratiche, si determina cosa spetta, e a chi, nel rispetto delle leggi vigenti, relativamente agli oneri di gestione”.

Pagamenti a partire dal 20 aprile

Le prime sottoscrizioni della convenzione arrivano da Enpam e Inarcassa. L'Inps, in una nota, promette le prime liquidazioni entro Pasqua e i relativi pagamenti a partire dal 20 aprile 2018: "Il nuovo testo di convenzione sottoscritto permette da subito di sbloccare le lavorazioni delle domande già pervenute per procedere ai pagamenti delle pensioni in cumulo, mentre le parti potranno risolvere il problema della spartizione degli oneri amministrativi in un secondo momento, senza che ciò abbia ulteriori ripercussioni sui professionisti coinvolti".

La piattaforma informatica è pronta.

Rimandato ad una commissione la soluzione della diatriba

Il nodo rimane da sciogliere. La nuova convenzione - la terza - rimette a una commissione di esperti, designati pariteticamente dalle parti ed integrati con un componente indicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed uno indicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la determinazione dell’importo da ripartire, fermo restando l’immediato rimborso analitico delle commissioni bancarie sostenute.

La questione ruota intorno ai 65 euro a pratica. Secondo l'Inps i costi di gestione delle singole pratiche sono da ripartire tra INPS e Casse, che rinviano al mittente l'ipotesi.

La tesi dell'Istituto di previdenza è ritenuta irragionevole anche dal Ministero del Lavoro.

Ora, la Commissione di esperti stabilirà chi dovrà pagare e quanto.

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